Prima l'amministrazione straordinaria, poi il commissario deciderà se vale la pena investire, vendere, o liquidare. Sembra di parlare del destino di Alitalia, invece è quello di Fiuggi terme e Gaia spa. Si deciderà nei prossimi mesi, dopo la fine dell'estate. I 186 lavoratori delle terme di Fiuggi intanto continuano a lavorare senza percepire regolare stipendio e nemmeno gli arretrati della cassa integrazione, che da gennaio andrà avanti per tutto il 2007, e alla quale hanno derogato per poter sfruttare la stagione turistica.
Nel tavolo di mercoledì con i rappresentanti sindacali la Regione ha comunicato che a breve nominerà un commissario per l'amministrazione straordinaria di Gaia spa, il consorzio che controlla al 100% Fiuggi terme e che l’ha messa in liquidazione. Gaia è una delle maggiori società laziali per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, serve 48 comuni e ha un debito che si aggira attorno ai 180 milioni di euro. Il commissario ha il compito di definire una linea strategica anche per le controllate del consorzio. «Sono tre le strade possibili - afferma Benedetto Truppa, della Filcams Cgil di Frosinone – lo stanziamento di nuovi fondi da investire per risollevare Fiuggi terme, la vendita ad un privato, oppure la liquidazione». L'ipotesi del fallimento, la strada da evitare, sembra però al momento quella più probabile, vista la situazione economica delle terme (10 milioni di euro di debiti) e le prospettive di crescita di un'azienda che non ha mai realizzato utili.
La Fiuggi terme srl nasce nel 2003, è una parte della Fiuggi acque e terme che viene divisa con un'operazione destinata a creare parecchi problemi. La gestione dell'imbottigliamento viene presa dalla Sangemini, mentre il controllo della stazione termale va in mano alla Gaia spa. «L'attività termale non è redditizia – spiega l'ex sindaco di Fiuggi Giuseppe Celani – ma prima della divisione la società riusciva a far fronte alle perdite con gli introiti dell'imbottigliamento per la San Pellegrino. Per le terme serviva un piano industriale di razionalizzazione». Razionalizzazione che non è mai arrivata né da sinistra, la precedente giunta Celani, né da destra, cioè dall'attuale sindaco Virginio Bonanni, che anzi ha portato al «divorzio» le due realtà, sostenuto dalla Regione (giunta Storace) che aveva anche stanziato 16 milioni di euro per il rilancio del comprensorio di Fiuggi.
Ma i problemi all'ordine del giorno ora riguardano cifre ben più modeste: «Gli assegni per la cassa integrazione dovrebbero arrivare a breve – aggiunge Truppa – ma la cosa che più ci preoccupa sono gli stipendi, che invece sono totalmente a carico dell'azienda. Ci hanno assicurato che entro l'8 agosto pagheranno quelli di giugno, poi quelli di luglio e agosto verranno liquidati con gli incassi delle terme. Quest'anno però gli introiti sono inferiori dell'11% rispetto al 2006». A guardare da dentro l'impressione è la stessa, se non peggiore: «Bisogna dire che a giugno abbiamo fatto 13 giorni di sciopero – racconta una lavoratrice – quindi di quello raccoglieremo solo briciole. Fa paura guardarsi intorno e vedere così poca gente ad agosto, è triste finire così dopo una vita di lavoro e quattro anni passati tra contratti di solidarietà e cassa integrazione».
Vista le condizioni di Fiuggi terme trovare un compratore disposto a investire sarà tutt'altro che facile. I sindacati si siederanno a un nuovo tavolo con la Regione a settembre: «Di privati interessati a rilevate l’azienda ce ne sono – conclude Truppa – ma molto dipende dalla possibilità di usufruire di ammortizzatori sociali. E’ improbabile che la Regione decida di spendere degli altri soldi, e a quel punto l'unica alternativa sarebbe il fallimento».