CAPITALE & LAVORO

«Non è il momento per i paletti Prima viene il piano industriale»

MARINI MATTEO,

Fallita la gara e accantonata l'ipotesi liquidazione, Alitalia attende ora il nuovo passo del ministero del Tesoro. Il ministro Tommaso Padoa Schioppa si è incontrato con Prodi, Enrico Letta, il ministro dei Trasporti Bianchi e il sottosegretario all'Economia Massimo Tononi. Nulla si sa delle decisioni, se decisioni sono state prese, nell'incontro. Intanto il titolo in borsa ieri ha recuperato di nuovo terreno chiudendo a +3,6% (a 0,82 euro) sulla scorta delle dichiarazioni di Padoa Schioppa, il quale ieri ha detto che le alternative restano due: la trattativa privata o un bando di gara a nuove condizioni «che rendano maggiormente appetibile l'operazione», smentendo ogni ipotesi di liquidazione della compagnia di bandiera italiana.
Abbiamo chiesto qual è il parere della Filt Cgil, il sindacato dei lavoratori dei trasporti, al suo segretario nazionale Mauro Rossi.

Il sole 24 ore parla di un ministro dell'economia in rotta verso Parigi, che significa AirFrance. Bonanni chiede di rimettere in sesto l'azienda con risorse italiane. Bianchi invece opterebbe ancora per Intesa-AirOne. Voi da che parte state?
Noi pensiamo che sia fondamentale, innanzi tutto, una convocazione a palazzo Chigi per un confronto tra governo e sindacati. Per quanto riguarda il merito, questo va giudicato sulla base del piano industriale che i concorrenti presenteranno, perché le risorse arrivino effettivamente all'azienda e non entrino nelle casse del ministero. Alitalia ha bisogno di avere una flotta a lungo raggio per aprire nuove rotte intercontinentali, che devono essere il perno del progetto, e poi l'ingresso in un'alleanza mondiale. Non dobbiamo svendere ad AirFrance facendo a pezzi la compagnia.

Quindi siete anche voi dell'idea che servano investitori stranieri?
Ha poca importanza che siano italiani o stranieri. L'importante è che abbiano un piano industriale in grado di risollevare l'azienda.

Sempre il Sole 24 ore ventila l'ipotesi di un avvicendamento ai vertici di Alitalia. Il Tesoro starebbe già cercando il sostituto di Libonati. Che ne pensate?
Su questo punto abbiamo reclamato per molto tempo. Dopo Cimoli, Libonati è stato messo dov'è con l'incarico di non fare nulla. Solo di attendere che Alitalia fosse venduta. Diciamo che una guida che operi per il bene della compagnia anche durante le trattative per la sua vendita non sarebbe male.

Padoa Schioppa ha parlato ieri della possibilità di rinunciare a condizioni che prima erano definite irrinunciabili. Il riferimento, abbastanza esplicito, era agli ammortizzatori sociali.
Tutti questi vincoli fino ad ora non hanno fatto altro che spaventare gli acquirenti. L'unico vincolo da considerare dovrebbe essere la presentazione di un buon piano industriale in grado di risanare l'azienda. Alitalia va rilanciata perché è stata svuotata dei propri mezzi. Una volta che arriveranno i fondi e saranno riacquistati gli strumenti per reinserirsi nel mercato, come per esempio nuovi aerei, allora dovremo finalmente parlare di nuove assunzioni e non di esuberi e cassa integrazione. Una strada per fare tutto ciò sarebbe, per cominciare, il superamento della divisione tra le aziende: AzFly e AzService. In nessun altro paese una compagnia aerea ha un'azienda che fornisce il trasporto aereo e una che gestisce i servizi.

Quindi ancora non avete intenzione di porre dei paletti, per esempio sugli ammortizzatori sociali.
Penso sia una mossa prematura. Non è questo il momento di parlare di condizioni.

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