VISIONI

Adrenalina per poter rimanere vivi

«Crank», registi e sceneggiatori esordienti per un film tra videoclip e videogioco
CATACCHIO ANTONELLO,

Crank è un film che nasce con una quantità spropositata di debiti. Deve molto a un sacco di gente. A cominciare dalla storia che si rifà a un titolo che risale agli anni '50, in originale recita D.O.A. (acronimo che sta per Dead on Arrival, morto in arrivo), in Italia era uscito con il titolo Due ore ancora. Diretto da Rudolph Maté, racconta di un uomo in vacanza a San Francisco, interpretato da Edmond O'Brien, che scopre di essere stato avvelenato, senza possibilità di trovare un antidoto, e nel tempo che gli rimane si dà un gran daffare per scoprire almeno chi e perché gli abbia fatto lo scherzetto.
La storia di Crank è a ricalco, ma sono cambiati i tempi, quindi il protagonista Chev Chelios non è più un uomo qualunque, bensì un killer, e non deve andare molto lontano per scoprire lo scherzetto, tutto gli viene raccontato dal suo televisore, azionato dal perfido rivale Verona. Chelios ha solo un modo per prolungare la sua esistenza e trovare un antidoto al cocktail pechinese che opera nel suo sangue: pompare adrenalina perché questo rallenta l'effetto letale. Così, Chelios ne combina di tutti i colori. Devasta centri commerciali, mette a soqquadro un ospedale in cerca di medicinali, si impossessa della moto di un poliziotto, si confronta con una banda di messicani e si concede anche un amplesso con la sua ragazza in pubblico, a Chinatown, senza trascurare di farsi fare un terapeutico intervento di sesso orale durante un inseguimento in auto. Non male per un avvelenato in via d'estinzione.
Gli esordienti Mark Neveldine e Brian Taylor, curatori di pubblicità e videoclip, hanno scritto e diretto utilizzando tecniche diverse (split screen, animazione etc.). E qui contraggono un altro debito importante con i videogame perché il racconto sembra un susseguirsi di situazioni in cui bisogna agire per evitare la morte e passare alla fase successiva. Ma così tutto si riduce a un gioco, nulla più, oltretutto senza possibilità di interagire. La scelta del protagonista Jason Statham, britannico, già campione di tuffi, si rivela funzionale solo a questo schema: azione a mille senza sfumature.

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