L'attore Ulrich Mühe è morto domenica scorsa a Lipsia, per le conseguenze di un tumore allo stomaco. Molto popolare in patria, Ulrich si è imposto all'attenzione internazionale con la sua interpretazione in Le vite degli altri di Florian Henckel von Donnersmark, premiato quest'anno con l'Oscar come miglior film straniero. Nel film Mühe interpreta il protagonista, il capitano Wiesler, ufficiale della Stasi che all'inizio della storia appare come un rigidissimo funzionario della polizia segreta, poi mentre la vicenda procede comincia a infrangere regole per proteggere l'uomo che sta spiando, un regista teatrale.
Anche la vita di Mühe ha avuto più di un momento di attrito con le autorità della Ddr. Nato all'Est, a Grimma, in Sassonia, nel 1953, Ulrich ha frequentato le scuole e cominciato a svolgere i primi lavori, iniziando anche a calcare il palcoscenico come attore, frequentando la scuola di teatro di Lipsia. Secondo von Donnersmark i primi a scoprire il suo inquieto talento e il suo carisma furono proprio i funzionari della Stasi i quali, al momento del servizio militare, vollero piazzarlo proprio al muro di Berlino con l'ordine preciso di sparare su chiunque avesse intenzione di oltrepassarlo. «Se non spari puoi scordarti di proseguire gli studi di recitazione e salutare la possibilità di diventare attore», questa la frase che gli venne detta, sempre secondo il regista. Non sappiamo se mai gli sia capitato di dover obbedire a questi ordini, Ulrich, comunque, terminato il militare, prosegue la sua carriera di attore e in breve tempo si afferma come uno dei più dotati della sua generazione, lavorando con successo anche per il Volksbühne di Berlino Est. Segue poi un periodo in cui alterna con successo il lavoro del palcoscenico a quello del set. Nel novembre del 1989 Ulrich è tra i primi a scendere in piazza e manifestare contro il regime dell'Est che di lì a poco crollerà come il muro di Berlino.
E la sua carriera diventa sempre più brillante tra lavori teatrali, escursioni cinematografiche e presenze in serie televisive. Al cinema lavora anche con Michael Haneke (Benny's Video, Funny Games, Das Schloss), Costa Gavras (Amen), sino al grande impatto di Le vite degli altri. Anche Mühe ha scoperto di essere stato spiato da alcuni colleghi che lavoravano con lui a teatro. Il meccanismo per cui la Stasi era in grado di trasformare chiunque in informatore viene rivelato dall'apertura dei dossier, ma questo ha portato anche a diverse speculazioni. Perché alcuni erano informatori consapevoli, altri invece non sapevano di avere a che fare con agenti della polizia segreta. La possibilità di accedere ai dossier fa comunque diventare il capitano Wiesler del film protagonista del libro Una brava persona, perché ha perso tutto pur di difendere anonimamente l'uomo che avrebbe dovuto spiare. Ulrich Mühe è stato sepolto a Walbeck in Sassonia, lascia la seconda moglie Susanne Lothar, dalla quale ha avuto due figli.