VISIONI

Ragazzo bugiardo incontra tipe al pepe molto vendicative

CATACCHIO ANTONELLO,

Da tempo c'è la birra senza alcol, il dolcificante senza zucchero, ora capita spesso di trovarsi di fronte a film senza cinema. Un buon esempio di questa tendenza è Il mio ragazzo è un bastardo, italica versione del più cruento originale John Tucker must die. Siamo in un liceo, presunto statunitense, in realtà canadese (questione di costi di produzione), dove la star è John Tucker. Il ragazzetto è uno sciupafemmine inveterato. Approfitta del suo ruolo di campioncino della squadra di basket per fare strage di cuori femminili. È abilissimo nel prendere come scusa il fatto che ufficialmente non possa avere ragazze fisse, così ne imbarca almeno tre alla volta, ognuna convinta di essere la prediletta, pur senza essere mai chiamata per nome. John però ha fatto i conti senza Kate. Kate è praticamente invisibile, mamma cambia città e uomini come i vestiti, lei si sente inadeguata nei confronti del mondo. Nella nuova città frequenta il liceo e arrotonda come cameriera.
Lì vede, sera dopo sera, John che mente alle sue conquiste. E allora si allea con il terzetto di sbeffeggiate per orchestrare la vendetta. Ma John è abile, lo fotografano come testimonial dell'herpes genitalis, e lui diventa paladino della crociata, lo immortalano in improbabile tanga muliebre e la faccenda diventa moda. Nel frattempo però il trio addestra la maldestra Kate per fare cadere nella trappola dell'innamoramento l'immarcescibile John.
Il tutto scorre tra situazioni che anche un bradipo riterrebbe un po' lente, trovate che non stupirebbero un bimbo di mediocre frequentazione televisiva e battute che invitano allo sbadiglio. L'aspetto più inquietante sta nel fatto che negli Usa il film ha raggranellato una cifra superiore ai 40 milioni di dollari.
Certo, merito di un'uscita massiccia e a tappeto, in attesa che il passaparola stroncasse ogni velleità. Forse siamo troppo lontani, geograficamente e anagraficamente. Su una cosa però siamo d'accordo John Tucker deve morire, inteso come film.

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