SPORT

Anniversario all'italiana

PIERANNI SIMONE

Il 9 luglio 2006 l'Italia conquistava la sua quarta coppa del mondo a Berlino. Prima di quell'inaspettata vittoria, Calciopoli aveva rovesciato equilibri, mandando a soqquadro l'ancient regime del calcio nostrano. Poi arrivarono le più che miti sentenze della giustizia sportiva, la Restaurazione per molti, Giustizia è fatta per altri. Poi silenzi, celebrazioni e ad aprile, nuovo scossone: la scoperta di nuovi indagati e la chiusura delle indagini a Napoli. E un testimone nuovo quanto indesiderato, Maurizio Capobianco.
Un anno dopo, quel processo di denuncia del football italiano come lo abbiamo conosciuto fino ad allora, porterà a giudizio la quasi totalità degli indagati finiti tra le mani, le carte e i pensieri dei pm napoletani Beatrice e Narducci. Se i numeri sono importanti, domani, 9 luglio 2007, si concluderà con il rinvio a giudizio il procedimento calcistico dai numeri da capogiro: 5000 intercettazioni, di cui solo 300 sono considerate utili dai magistrati, 48 indagati, 39 partite sospette, centinaia di nomi, schede telefoniche, silenzi e omissioni. 14 arbitri, 18 dirigenti, 15 guardalinee, un giornalista.
In pieno stile italiano può essere si dia giusto il tempo di ricordare le notti berlinesi, seppure la stessa Federazione è sembrata scegliere un taglio basso per l'anniversario mondiale, per voltare pagina fin dal giorno dopo, martedì 10 luglio. In un caso o nell'altro, dopo le novità scoppiettanti di aprile, tra schede svizzere e conseguenti farse - «le usava mio padre, no le usavo io» - e dichiarazioni di Maurizio Capobianco a proposito di soldi, auto e regalini, si saprà chi verrà archiviato e per quali reati e con quali rischi il resto della ciurma sarà mandata a giudizio.
A questo punto, nel delirio massmediatico che annaspa tra prodezze di Pato all'età di 5 anni, ritorni famosi e partenze di ex eroi dimenticati di Germania (Grosso e Toni), per tornare al normale luglio caciaro e da barsport permanente («uè il Ronaldo l'è proprio dimagrito»), si potranno comprendere al meglio le strategie della Procura, dopo un anno di lavoro meticoloso alla Gattuso, certosino e ricamato alla Pirlo, esplosivo come la testata di Zidane nella finale di appena un anno fa. L'ultimo colpo di scena, benché decisamente meno inaspettato e controverso rispetto ai labiali Zidane-Materazzi. Nel caso di Calciopoli ci sono le parole, sentite e risentite, registrate, a perenne memoria per alcuni, come simbolo di un grande fraintendimento per gli irriducibili del bisogna andare avanti. E testimonianze di chi ha parlato, di chi ha taciuto, di chi ha detto per non dire. A ottobre inizierà l'udienza preliminare, ma già da ora si ragiona su chi rischia di più, su chi rischia di meno.
Il capo, si sa, quando è pescato con le mani in pasta, è quello la cui ghirba è maggiormente in bilico: Luciano Moggi e la sua cricca dovranno rispondere di associazione per delinquere con finalità di frode sportiva. Qualche posizione potrà essere alleggerita, si mormora. Altro capitolo per gli indagati per frode sportiva, aggravata dal concorso: Carraro e dirigenti quali Diego Della Valle, Foti, Garrone, Lotito, Meani, Mencucci. Diego della Valle, ad esempio, novello Alonso Chisciano fiorentino contro i cattivi, stando alle sue dichiarazioni post sentenze sportive e arbitrati, vittima di un enorme misunderstanding, sempre a sentire lui, dal punto di vista penale non viene dato in una posizione proprio cristallina. Poi ci sono gli arbitri. De Santis è già stato squalificato e forse dimenticato un po' da tutti, Paparesta starà cercando di capire con il padre quali schede telefoniche usare in comune e quali riservare alla propria privacy. Pieri e Bertini, insieme all'ex rapito nello spogliatoio di Reggio, sono stati momentaneamente sospesi, ma alla luce delle ultime novità rischiano parecchio. Il sistema ha il suo peso. Rocchi, Tagliavento, De Marco, assolti dalla giustizia sportiva, attendono con ansia e con loro Gussoni, in preda al panico pre compilazione lista della spesa, per gli arbitri della stagione che verrà.
Si azzardano anche previsioni su strategie difensive di imputati eccellenti. Scatteranno vendette incrociate, nuove alleanze, attacchi alla Procura, in un processo che potrebbe andare per le lunghe e la cui atmosfera iniziale potrebbe ricordare, da un lato i legal thriller mainstream alla Grisham, con personaggi famosi, avvocati di grido, perizie e controperizie su toni di voce, esatta trascrizione delle parole, giochi degli equivoci, dall'altro una balzana scorribanda di personaggi che neanche Ionesco avrebbe potuto creare. E alle spalle le immagini degli azzurri che alzano il trofeo più bello nell'anno peggiore: quello in cui, a tutto ciò che veniva venduto per reale, non credeva più nessuno.

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