L'ALTRA AMERICA

The Nation

RUSSO SPENA GIACOMOUSA

Gli Stati uniti sono un paese fortemente progressista. Non è l'ultima uscita provocatoria del presidente Bush per indispettire il Partito Democratico, ma la tesi sostenuta dal settimanale di New York The Nation. L'articolo in questione, firmato da Rick Perlstein, fa un'analisi della società americana, sostenendo come ci sia un gap tra la popolazione e i partiti di governo. Presentando dati e statistiche su questioni sociali, economiche e internazionali emerge una popolazione animata da sentimenti progressisti e liberal. Ad esempio: il 67% degli americani è favorevole a risolvere il problema del terrorismo con la diplomazia e non con la guerra; il 53% è contrario al taglio delle tasse, perché indebolisce lo stato pubblico. Ovvio chiedersi i motivi per cui i repubblicani abbiano vinto le ultime due elezioni presidenziali. La colpa - per Perlstein - è del Partito Democratico e dei media. Il primo accusato non solo di aver esaurito la spinta progressista e di aver lasciato un vuoto sulle tematiche sociali da sempre di sinistra, ma anche di non saper «vendere il proprio dna democratico». Il secondo per aver messo in piedi delle «favolette» capaci di influenzare i cittadini. Ma in questa richiesta di ritorno alle origine progressiste, si nota come The Nation non citi mai il World Social Forum, che si sta tenendo in questi giorni per la prima volta proprio negli Usa. Insomma questo fenomeno di «scollamento» non è solo tra il Partito Democratico e il popolo liberal, ma anche tra la sinistra newyorkese e le varie anime dell'associazionismo e dei movimenti che stanno provando a costruire le basi ad Atlanta per «un altro mondo possibile».

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