VISIONI

«W l'Italia in diretta», la scommessa estiva

SBARIGIA GIULIA,Roma

Mancano due giorni al solstizio d'estate e la programmazione televisiva già langue. Ai primi del mese è finito il periodo di garanzia, dunque la guerra dell'Auditel segna una tregua e fino a settembre la tendenza impone di non investire nei programmi.
Se guardiamo alla tv pubblica, repliche a parte, il nuovo che avanza ha il volto di Fabrizio Frizzi con un quiz in prima serata su Raiuno, I soliti ignoti, comprato da Endemol, la fabbrica dei format ormai di proprietà Mediset. In alternativa la rete ammiraglia rispolvera Stasera mi butto... sul Garda (parte il 26), che esordì sul piccolo schermo nel 1990 condotto da Gigi Sabani. «La Rai è la migliore tv pubblica del mondo, insieme alla Bbc», ha detto qualche giorno fa il ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni. Non scherzava.
Su Raidue, giusto ieri, è ripartito il già collaudato Matinée, la tv che si ascolta (tutta la settimana, week-end escluso, alle 11) con un'appendice serale, Soirée, l'altra faccia di Matinée, alle ore 19. La scommessa inedita, allora, arriva da Raitre che prova a sperimentare nel palinsesto estivo la formula doc-reportage con le inchieste, itineranti e in diretta, condotte da Riccardo Iacona (con la regia di Andrea Bevilacqua) in giro per l'Italia (tutti i martedì, per 12 puntate dal 26 giugno all'11 settembre, alle 21.05). «Non era mai successo nella storia della Rai» - sottolinea il direttore generale di viale Mazzini Claudio Cappon - che un approfondimento giornalistico andasse in onda durante questo periodo dell'anno «più frivolo». W l'Italia in diretta, sarà dunque l'approfondimento d'informazione nel segno della continuità della rete, ereditando la collocazione al martedì del Ballarò di Giovanni Floris che questa sera, ospiti Casini e D'Alema, chiude per ferie.
Ma niente studio, né dibattito, il set è naturale e il «format» quello del viaggio lungo il paese in cerca di storie, emozioni e persone che sappiano raccontarlo. L'obiettivo, questa volta, è puntato sulle eccellenze dell'Italia, «per tenere aperto uno spazio di fiducia», ma «sempre ad altezza uomo», ripete Iacona.
Il programma partirà da Trieste, dalla Fincantieri: «Siamo nel campo della carpenteria pesante, qui gli operai costruiscono le navi da crociera più grandi del mondo. Questa è forse l'unica azienda pubblica che va bene - (a parte i procedimenti giudiziari in corso sulle vittime delle polveri d'amianto, ndr) dice il giornalista - e ora si è deciso di quotarla in borsa». Gli operai della Fiom sono contrari all'operazione, il rischio, lamentano, è che si avvii un processo di delocalizzazione dei cantieri navali e che la partita si giochi tutta sulla riduzione del costo del lavoro. «Attraverso i loro racconti, le loro paure - dice Iacona - ci rendiamo conto di cosa sia il mercato globale». Il viaggio prosegue: si arriva al Cnr di Pisa dove la cardiologia è un'eccellenza, e poi a Napoli, nell'abusivo quartiere di Pianura. Qui, nel regno dell'illegalità, le telecamere di W l'Italia ci restituiscono la lotta di un fronte che non vuole pagare il pizzo. La quarta tappa sarà a Locri, a casa della vedova Fortugno: «La nostra informazione è un po' schizoide, due anni fa stavamo tutti là e ora del caso non parla più nessuno. Ecco noi torniamo a vedere cosa è accaduto da allora». Poi si va a Priolo, occhi puntati sull'ambiente devastato dal petrolchimico Enichem.
«Siamo degli absolute beginners - dice Iacona - la nostra redazione è tutta di giovani, molti dei quali al primo contratto, quasi una bottega di talenti. Possiamo un po' sperimentare, fuori dal periodo di garanzia non soffriamo neanche l'ansia da prestazione Auditel».

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