VISIONI

La chiesa anglicana insorge contro Sony

SBARIGIA GIULIA,

«Sony Computer Entertainment Europe è dispiaciuta e prende molto seriamente le preoccupazioni espresse dal Vescovo di Manchester e dalla curia, ma siamo convinti di aver assolto a tutti gli obblighi di legge necessari per la creazione del gioco. Resistance è un gioco fantascientifico e non è basato sulla realtà». A esigere le scuse ufficiali dal colosso giapponese dell'intrattenimento, che minaccia anche di adire le vie legali, è stato il vescovo di Manchester, Neil McCulloch, sconvolto e arrabbiato perché tra le location di Resistance: Fall of Man, un first person shooter, cioè uno sparatutto in prima persona, sviluppato dalla Insomniac Games per la Playstation 3, c'è anche la «sua» cattedrale riprodotta con qualità fotorealistica. Una ricostruzione non autorizzata, lamentano i religiosi anglicani, anzi di più: «una profanazione virtuale», rincara il concetto il decano della diocesi mentre chiede all'azienda nipponica il ritiro del gioco dal mercato e di contribuire al finanziamento delle iniziative indirizzate ai ragazzi: «Le immagini video diffuse su YouTube, in cui si vede la battaglia nella cattedrale, ci hanno sconvolto e sconcertato oltre ogni dire - ha detto Rogers Govender - Si possono definire soltanto una profanazione virtuale». «Siamo sconvolti dal vedere un luogo di fede, preghiera, apprendimento e tradizione presentato alla gioventù d'oggi come uno sfondo in cui si può compiere una sparatoria», ha aggiunto il religioso. Sony, per il momento, ha diplomaticamente risposto alle accuse, dribblando la richiesta di rinunciare alle vendite di uno dei pochi prodotti che girano sulla Ps3. Le ambientazioni, ha sottolineato David Wilson, portavoce Sony, al Times: «Sono materiale creato per il gioco, non video dal vero o fotografie. È intrattenimento, come il Doctor Who o qualsiasi altra fiction».
Tra i banchi della cattedrale del XV secolo, il giocatore protagonista si cala nei panni dell'eroe di pixel, Nathan Hale, che poi è il nome di un capitano dell'esercito Usa realmente esistito, fu una delle prime spie al di là dell'oceano, raccontano le cronache, che si distinse durante la guerra d'indipendenza americana prima di essere catturato dagli inglesi. Le scene d'azione, come da un documentario sgranato di History channel, sono realistiche e la copertina del gioco sembra una rielaborazione dall'archivio del fotografo di guerra Don McCullin, ma la Storia è cambiata. La Seconda guerra mondiale non c'è mai stata, siamo negli anni Cinquanta, l'Europa è ridotta a un cumulo di macerie, devastata dalla furia distruttrice dei Chimera, alieni nati nei laboratori dell'Unione Sovietica che, una volta ribellatasi agli stessi creatori, hanno portato morte e distruzioni nel vecchio continente, pronti a sferrare l'attacco finale all'Inghilterra. Il ranger Nathan Hale è l'unico che può salvare il paese, è carico di munizioni e, se sufficientemente allenato, è in grado di compiere una mattanza. A questo punto entra in scena il reverendo McCulloch che mette in relazione la violenza di Manchester con quella del videogame, che ha già venduto un milione di copie in giro per il mondo: «A Manchester esiste un problema di criminalità e di armi da fuoco. Che una grande multinazionale possa ricostruire con grafica digitale realistica, una delle nostre grandi cattedrali e poi incoraggi la gente a inscenare scontri a fuoco al suo interno è inammissibile. Si tratta di una soluzione non responsabile da parte di Sony».
Nelle ultime 72 ore tre persone sono state ammazzate a Manchester, il livello di violenza nella città è alto, girano armi da fuoco, ma certo non è colpa della Ps3.

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