VISIONI

Prodi dietro le quinte

lo sfidante
SBARIGIA GIULIA,

C'è un videogiornalista americano che gira un documentario su Nanni Moretti politico - piazza Navona, i girotondi, «D'Alema di qualcosa di sinistra»... - e ce n'è uno tedesco che filma Romano Prodi per tutta la campagna elettorale 2006. La scena politica italiana, durante il governo Berlusconi, diventa oggetto cinematografico e con lo scontro che si stigmatizza sul modello statunitense anche la produzione di immagini sembra inseguire la scia Usa che più di 40 anni fa già filmava behind the scenes, oltre la copertura mediatica, candidati e meccanismi esaltanti o perversi della macchina elettorale.
Ecco allora Lo sfidante, presentato martedì sera al cinema Nuovo Olimpia di Roma, firma la regia Sebastian Krüger, che è nato in Germania ma punta lo sguardo su questo strano paese, in un momento delicato che fotografa così: «Nel 2005 Prodi sembrava l'unica personalità di un paese profondamente diviso che potesse riunire l'opposizione e che, per la seconda volta, avesse la possibilità di imporsi come leader e candidato principale sull'onnipotente magnate dei media, al commando di un partito da lui creato, proprietario del Milan e capo del governo allo stesso tempo».
Le confidenze a tavola con la moglie, le riunioni con Sircana e il suo staff e quell'esasperata frase, «Berlusconi è fuori legge», detta in privato, filmata da Krüger, visionata in anteprima da Bruno Vespa, che l'ha inserita nel suo libro scatenando le ire di Forza Italia. Lo sfidante è quel che si dice un ritratto tra pubblico e privato cui Prodi si è prestato con la promessa che il girato rimanesse segreto fino alle elezioni del 10 aprile. Nel 1996 ci aveva provato pure Nanni Moretti a seguire Prodi con la telecamera, ma il premier declinò l'offerta.
La tv italiana, racconta Krüger, si è rifiutata di mandare in onda il suo documentario, che invece è già passato sull'etere tedesco, austriaco e svizzero: «Le proposte che mi sono arrivate dalle emittenti nazionali erano tutte inaccettabili: non avrebbero mandato in onda il documentario per intero, ma volevano utilizzare degli stralci, con la libertà di rimontarlo e potenzialmente stravolgerlo». Il risultato è una diffusione indipendente, che parte dal web attraverso l'esperienza di Grassroots, un canale di distribuzione non convenzionale da cui è nato il sito www.losfidante.it, dove il documentario si può anche acquistare.

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