VISIONI

Gli zombie? Alla Casa Bianca, parola di Landis e Argento

CATACCHIO ANTONELLO,

Dario Argento e John Landis. A sentirli sembrano una coppia comica. Dario è quello serio, che si arrovella tra mille incubi e dichiara «io non sono capace di divertirmi». Gli fa eco John l'inzaccheratore «non date retta, tutti gli artisti sono bugiardi». L'occasione viene però dalla presentazione di Masters of horror, la serie tv di tredici film di un'ora ciascuno che andrà in onda su Sky cinema Max ogni domenica alle 21, a partire dal 3. Nomi terrorizzanti alla regia, oltre ai due ci sono Don Coscarelli, Stuart Gordon, Tobe Hooper, Mick Garris, Joe Dante («Joe ha fatto un film politico, molto forte contro la guerra e lo invidio molto per questo» dice Landis), John Carpenter, William Malone, Lucky McKee, Larry Cohen, John McNaughton e Takashi Miike (non è andato in onda perché troppo forte, ma ha venduto molto in dvd). Landis racconta come sia nato il progetto «a Los Angeles capita spesso che si ceni tra amici registi,; una sera Guillermo Del Toro ha cominciato a dire eccoli qui i maestri dell'orrore, scherzava, ma Garris disse 'se trovo i soldi ci state?', tutti abbiamo risposto di sì, convinti che non se ne sarebbe fatto nulla. Invece... io poi sono un impostore perché mica sono Carpenter o Hooper... E in questo senso non poteva mancare Dario che è un maestro».
E Dario racconta Jenifer, la sua esperienza americana canadese perché le riprese sono state fatte a Vancouver: «ho scelto un fumetto anni '70, bello, libero, molto feroce. Per la prima volta una produzione mi ha detto che potevo fare tutto quel che volevo. Di solito dovevo battermi, invece ero libero, mi sembrava delizioso, anche se poi, per la verità, mi hanno chiesto di tagliare quattro secondi...». E Landis se la ride, poi puntualizza «non gli hanno imposto il taglio, lo hanno suggerito, lui avrebbe potuto rifiutare, poi Dario non dice che la scena incriminata prevede una fellatio con un membro enorme che fa sorridere invece che spaventare...».
Il tormentato Argento confessa di «avere girato le isole dei Caraibi in cerca di zombies, convinto della loro esistenza. Anche il diavolo non l'ho mai incontrato, ma una volta un libricino di Anatole France mi aveva così impressionato da invitare a dormire a casa mia un paio di amici perché nei miei sogni il diavolo c'era. Ho anche girato l'Europa a caccia di streghe, fantasmi poi ce ne sono dappertutto, anche qui, in questo momento, a Roma ci sono cimiteri con cinque strati uno sopra l'altro, anche i licantropi esistono nella tradizione contadina italiana. Per i vampiri non so, anche se, forse per imitazione, qualcuno è stato arrestato perché succhiava sangue dalle sue vittime».
Landis invece non ha «paura dei mostri, non esistono, non sono reali, mi spaventano alcuni esseri umani, gli psicotici, i serial killer Bush e Cheney. Le cose che mi fanno veramente paura sono le religioni e il nazionalismo. Negli Usa oggi si sta diffondendo un fondamentalismo speculare a quello del mondo islamico. Se credi che il tuo dio sia quello vero e gli altri sono falsi, questa è una certezza pericolosa. Quando Bush dice di parlare con dio e che lui gli risponde questo mi terrorizza perché è uno psicotico, sente le voci. Comunque non ho mai incontrato fantasmi, qualche strega sì, mentre gli zombies sono sicuro stiano alla Casa Bianca».
Un fantasma però aleggia davvero nella sala dello Iulm ospita dell'incontro, è John Belushi «ho adorato tutti i suoi film, un genio e un poeta» dice Dario «un grande attore» per John «avrebbe potuto fare qualsiasi cosa, invece è stato ingabbiato in un genere».

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