Una manifestazione nazionale
A Firenze è morto un operaio metalmeccanico e oggi noi metalmeccanici insieme agli edili (meno di una settimana fa è morto un operaio edile sempre a Firenze) facciamo un sciopero provinciale di 4 ore con manifestazione a Firenze. Lo sciopero va bene per tenere viva l'attenzione, ma non basta. Non capisco cosa aspettino i sindacati a fare una manifestazione nazionale a Roma per dire basta a quotidiani infortuni e morti sul lavoro.
Marco Bazzoni, Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza
Suicidio politico
Non posso mancare di esprimere a tutti indistintamente la mia profonda indignazione per il fatto che il 9 giugno si ripeterà lo sconcio spettacolo di due manifestazioni separate che avranno il solo effetto di dimostrare a Bush e ai suoi alleati che i pacifisti italiani sono divisi contro di lui! Questo è un vero suicidio politico. Chi propone queste manifestazioni non ha come scopo primario di manifestare a Bush e ai suoi alleati i sentimenti del popolo italiano, ma quello di anteporre le proprie opinioni politiche. Rispettabili, ma che non dovrebbero dividerci per manifestare contro Bush, e quindi sono settarie. Con tali premesse io non firmo alcun appello e non andrò a alcuna manifestazione.
Angelo Baracca
Notizie
Come ha scritto Antonello Catacchio su il manifesto del 13 maggio abbiamo costituito l'Agenzia per il cinema a Milano. Ce la stiamo mettendo tutta per cercare di far qualcosa per questo piccolo mondo cinematografico milanese che poi tanto piccolo non è. Non sappiamo se ce la faremo, non è facile ma almeno ci proviamo. Però è necessario che gli amici giornalisti, che lavorano a Milano, siano informati e informino correttamente. Non sappiamo dove Antonello Catacchio abbia preso la notizia, che «a Milano solo tre festival resistono da tempo, Filmmaker, Milano film festival, il festival del cinema africano»? Se così fosse, dove sarebbe la tanto decantata ricchezza culturale cittadina? Poco sostenuta, certo, ma per fortuna ben viva e presente. Possibile che Catacchio, che vive e opera a Milano, non abbia mai sentito nominare Sguardi altrove (14 edizioni), Invideo (16 edizioni) , Il Festival gay lesbico (20 edizioni)? Pensa che siano tutti defunti? Per fortuna non è così e l'Agenzia ha veramente molto da fare, a cominciare dal pretendere più precisione da chi, per mestiere informa.
Romano Fattorossi, Invideo; Giampaolo Marzi, Festival
cinema gay lesbico; Patrizia
Rappazzo, Sguardi altrove
Non ho sfogliato le pagine gialle per prendere la notizia. Quando cito solo tre festival intendo sottolineare iniziative originali, nate a Milano. Avrebbe potuto starci anche Invideo, ma mi era parso fuorviante considerarlo «solo» cinema. Il festival Gay Lesbico e Sguardi altrove sono iniziative meritorie, ma non tipicamente milanesi (anche altre città hanno proposte analoghe). Francamente mi sfugge la tanto decantata ricchezza culturale cittadina (non è il vostro lavoro, ma dove avete preso la notizia?). Credo anch'io che la neonata agenzia per il cinema a Milano abbia molto da fare. E allora meglio «mettercela tutta» per fare anziché sentirsi defunti perché non citati.
a. ca.
In vista del Gay pride
Oggi migranti e gay/lesbiche sono gli obiettivi di due diverse ma convergenti forme di razzismo di massa, che minacciano la nostra vita democratica. Lo dimostrano da un lato la vergognosa caccia al migrante promossa da la Repubblica (fra gli altri), con il pretesto della legalità; dall'altro gli umori largamente prevalenti nella piazza del Family day, che niente aveva di positivo, nonostante le molte analisi consolatorie.
L'omofobia montante non costituisce solo un attacco ai diritti dei gay, è un allarmante sintomo dell'aggressione della chiesa ai diritti di tutti, con lo scoperto proposito di porre a base della nostra legislazione, cioè di imporre a tutti i cittadini, la morale cattolica anziché la Costituzione. Auspico quindi che si faccia ogni sforzo da subito per promuovere una grande partecipazione di massa al Gay pride del 16 giugno.
Walter Peruzzi, Milano
Il premio Gabriele Capelli
E' andata a Claudio Passiatore, collaboratore de Il Tirreno e il manifesto, la III edizione del premio giornalistico Gabriele Capelli. Il premio, riservato ai giovani under 35 e istituito in memoria del caporedattore dell'Unità scomparso nel 2004, è stato consegnato a Passiatore dal sindaco Domenici, davanti alla vedova Peggy Haines, al Gabinetto Vieusseux. La giuria ha premiato un articolo sulle acciaierie di Piombino e il rapporto con la città pubblicato dal manifesto il 24 maggio 2006. «Passiatore - si legge nella motivazione della giuria - ha raccontato il legame tra la città di Piombino e la sua fabbrica, il precariato, le morti sul lavoro e l'inquinamento, dando la parola ai giovani operai e a quanti si battono tutti i giorni per ottenere condizioni di vita migliori sia nella fabbrica che nella città».
Lettera firmata