PRIMA

Giaime Pintor, vittima del «taglia e incolla»

CALABRI MARIA CECILIA,

Dispiace constatare come ancora una volta l'impegno documentario sia stato sacrificato da uno storico a una tesi precostituita. Così Mauro Canali sulla «Repubblica» di ieri, rendendo nota l'esistenza di quattro documenti inediti di recente desecretati, appartenenti ai Servizi segreti inglesi e relativi alle ultime ore di Giaime Pintor, gioca al «taglia e incolla» con carte d'archivio che di fatto non aggiungono niente se non alcuni particolari di colore a una vicenda ben nota e presenta come scoop il rapporto di Giaime con l'intelligence britannica, un rapporto, secondo lui, volutamente taciuto da Luigi Pintor e dalla storiografia di sinistra per «consentire al Pci - cito da Canali - di appropriarsi di fatto dell'eredità politica di Giaime». A Canali vogliamo ricordare che, se è vero che Luigi Pintor nel suo romanzo di ispirazione biografica «Servabo» parlò in maniera evocativa di «rapporti con Londra» di Giaime, è anche certo che sin dall'indomani della morte del giovane antifascista i compagni partigiani sopravvissuti resero noto il ruolo giocato nella vicenda dai Servizi segreti inglesi, il Soe. Senza citare i molti personaggi che hanno scritto sull'argomento (da Sogno a Garosci, a Tompkins), basti qui suggerire a Canali di rileggersi il volume curato nel '74 da Franco Antonicelli (Giaime Pintor, «Il colpo di Stato del 25 luglio e alcune pagine e documenti inediti») dove furono pubblicati i resoconti della spedizione in cui trovò la morte Giaime, scritti all'indomani della tragedia da Paolo Filippini (nome da partigiano di Paolo Buffa) e da Ciotti (non identificabile), suoi compagni nella spedizione, oltre a quello redatto dal capitano Silvester (il tenente colonnello Massimo Salvadori, ufficiale dei servizi di informazione britannica), incaricato di scortare il gruppo fino al territorio difeso dagli alleati. Letteratura a parte, sarebbe bastato usare la logica: come poteva pensare Canali che Giaime da Castelnuovo al Volturno potesse tentare di passare le linee e unirsi ai partigiani operanti presso Roma, senza appoggiarsi al Soe?

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