POLITICA & SOCIETÀ

A sorpresa compare Antonella Ruggero

Piazza Navona
SBARIGIA GIULIA,Roma

Piazza Navona è spaccata a metà: a nord il palco del Coraggio laico, a sud turisti col gelato, caricature a carboncino e acquerelli di Roma sparita, in mezzo la fontana dei fiumi di Bernini con Poseidon che tende la mano perché la chiesa - di sant'Agnese - non gli rovini addosso.
Nella competizione goliardica degli striscioni, dove ci sarebbe da sbizzarrirsi, lo stile vernacolo è fuori moda e la palma se l'aggiudica il composto, ma efficace, «Benedetto XVI secolo». Su un lenzuolo, vergato con l'Uniposca a punta grossa, c'è un messaggio, polemico, per il sindaco della città: «Caro Veltroni, Gandhi, M. Luther King sarebbero qui oggi», firmato federazione romana Sdi. Il sindaco, in effetti, in piazza non c'è, ma anche a san Giovanni, per il «Family day», non si è fatto vedere, pare abbia trovato la quadratura del cerchio con il libro Aspetta te stesso, storia di un ragazzo gay vessato dai compagni di classe. È uscito ieri con il Corriere della sera. Il suo portavoce, Claudio Verini però non manca all'appello, così come quello di Fassino, Gianni Giovannetti, nonostante l'anchorman della giornata, l'azzimato Cecchi Paone, bastoni i ds per l'assenza ingiustificata. Il conduttore mette in moto la macchina del tempo: abbraccia Intini, saluta De Michelis, il backstage rivela una «Roma da bere» anni Ottanta e brillantina in odore di ribalta. All'improvviso compare Antonella Ruggero, con una mossa che neanche il più spericolato tour manager avrebbe saputo orchestare. La scaletta degli artisti propone poi, tra gli altri, Claudenza D - su MySpace c'è il profilo dettagliato - ma comunque Cecchi Paone assicura «sentiremo ancora parlare di lei», che suona più o meno come una condanna a morte. Marco Masini attacca con Bella stronza e non riscuote esattamente il tributo della piazza, Fiorella Mannoia fa una capatina sotto il palco, non canta, però dice qualcosa che di questi tempi può valere una scomunica: «Sono favorevole ai pacs perché le unioni civili non tolgono nulla alla famiglia, non cambia se i conviventi siano eterosessuali o omosessuali». Helena Velena, (trans)gender activist multimediale (la definizione è sua), è stata confinata in chiusura di serata, «forse perché sono l'unica artista che canta testi politici?», azzarda. Per esempio? «Quello che tutti sanno ma nessuno dice», e sarebbe? «Beh il ritornello fa così: metà del clero è frocio quanto noi», altro che Andrea Rivera al 1 maggio.
Se a San Giovanni c'è il fratello di Fiorello, piazza Navona può contare su quello di Gene Gnocchi, Charlie, zazzera platino e maglietta «I love (con il cuore rosso, ndr) Mastella». Poi c'è Michael Pergolani, gli organizzatori non sanno chi sia: «ma... sarà un cantante, forse un attore». Helena Velena, che lo adora, svela il mistero: «Negli anni '70 scriveva una rubrica stracult su Ciao 2001, è un grande». Segue dj-set Mucca assassina fino a tarda sera.
E questa è più o meno la cronaca dell'anti-family day, poi c'è la notte e, ironia della sorte, quella più scatenata si svolge proprio intorno a piazza san Giovanni. Il gruppetto di Drag queen che presenzia al Coraggio laico si dà appuntamento al Touch (in via Sinuessa) per la serata di Marlene e LaKarl Du Pigné (nel senso del Pigneto, il quartiere di Roma sud) e poi al Gender di via Faleria, giusto a due passi dal palco di Paola Binetti.

Supporta il manifesto e l'informazione indipendente

Il manifesto, nato come rivista nel 1969, è sinonimo di testata libera, indipendente e tagliente.
Logo archivio storico del manifesto
L'archivio storico del manifesto è un progetto del manifesto pubblicato gratis su Internet e aperto a tutti.
Vai al manifesto.it