VISIONI

La fiction sul Sismi dedicata a Nicola Calipari

Va in onda il 13 e il 14 maggio, in prima serata su Raiuno, la miniserie «Caccia segreta»
SBARIGIA GIULIA,Roma

«Per la prima volta tocchiamo un tabù italiano, quello dei servizi segreti, chiamandoli per nome e cognome: Sismi», dice Agostino Saccà, direttore di Rai Fiction che, con la Palomar Endemol, ha prodotto Caccia segreta, miniserie in due puntate in onda domenica 13 e lunedì 14, in prima serata su Raiuno. A questo punto uno si aspetterebbe intrighi alla Syriana, ma invece no, siamo nel campo della consolidata fiction in divisa, a rischio retorica. La dedica però è d'eccezione: «Come Rai la dedichiamo a Nicola Calipari: un grande italiano che ha perso la vita nell'esercizio del suo dovere», prosegue Saccà. La storia ha inizio a Kabul, dove un uomo del Sismi scopre che una cellula terroristica prepara un attentato a Roma. Qui entra in scena l'agente Nicola Bramante (Stefano Dionisi), che nelle intenzioni dovrebbe evocare proprio Calipari, cui viene affidato il compito di riportare in patria il suo vecchio compagno.
Il genere è spy-story, la regia di Massimo Spano, autore anche di soggetto e sceneggiatura insieme a Laura Toscano. «L'idea è nata mentre, sotto la pioggia, ero in fila silenziosa per rendere omaggio alla camera ardente di Nicola Calipari», racconta il boss della Palomar, Carlo Degli Esposti. Il tema è spinoso e Degli Esposti se la cava così: «Conosco le polemiche sui servizi segreti e non sono in grado di dare giudizi: se hanno lavorato sempre bene, come nella fiction, avremo rappresentato la loro attività; in caso contrario, avremo dato un indirizzo su come dovrebbero lavorare». Lo sforzo, spiega Spano, è stato: «avvicinarsi agli altri, in modo culturalmente concreto e serio, senza demonizzarli, ma mostrandone le paure e insieme le follie».
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