INTERNAZIONALE

Misterioso sequestro in Etiopia

Turisti inglesi, francesi e un'italiana scomparsi in una remota regione del nord-est
MANFREDI EMILIO,Addis Abeba

Un numero imprecisato ma consistente di turisti europei - inglesi, francesi e un'italiana -, e di etiopici che li accompagnavano, è stato rapito in Etiopia, nella regione di Afar, al confine con Eritrea e Gibuti.
Si tratta, stando a ciò che sinora si è riusciti faticosamente a ricostruire, di gruppi distinti: uno di 10 francesi, un altro di 7 francesi, un altro di 4 inglesi e dell'italo-inglese Rosanna Piani-Moore, moglie del direttore del British Council di Addis Abeba.
Nella serata di ieri i due gruppi di francesi sarebbero stati ritrovati mentre resta «missing» il gruppo inglese. Ma le notizie giunte a Addis Abeba risultano estremamente contraddittorie.
I rapimenti sarebbero avvenuti mercoledi notte in una remota regione desertica del nord-est dell'Etiopia, uno dei posti più inospitali ma geologicamente affascinanti del mondo.
Il rapimento è stato confermato ieri dai ministri degli esteri francese, Philippe Douste-Blazy, e inglese, Margaret Beckett. «Posso sfortunatamente confermare ha detto Beckett a Londra - che 5 delle persone sparite sono membri del personale o familiari del personale della nostra ambasciata a Addis Abeba».
Secondo quanto sinora si è riuscito a capire, i turisti viaggiavano a bordo di alcuni fuoristrada nella regione dell'Afar, una depressione sotto il livello del mare piena di miniere di sale, e sono stati attaccati nei pressi di Dalol, una località a circa 800 chilometri da Addis Abeba. La logistica del viaggio, le guide e le scorte armate - che il governo etiopico impone per le escursioni in quella regione - erano state fornite al gruppo o ai gruppi da un'agenzia turistica di Addis Abeba, la Origins Ethiopia.
Già nella mattinata di ieri le forze di sicurezza etiopi e le diplomazie francesi, inglesi e italiana si erano attivate nel tentative di ricostruire l'accaduto e di trovare una soluzione al rapimento. Ma brancolavano nel buio. Zemerkun Tekle, portavoce del governo etiope, ha affermato che le autorità stanno cercando conferme, poiché la zona è remota e di difficile accesso.
Nella serata di ieri è giunta la notizia della liberazione, o del ritrovamento, dei gruppi di 10 e 7 turisti francesi.
Ma la situazione era ancora molto confusa. Stando al responsabile dell'agenzia di viaggi, infatti, i turisti non sarebbero stati rapiti ma avrebbero solo perso i contatti con Addis Abeba e si sarebbero rifatti vivi per comunicare di non essere coinvolti in alcun rapimento. Nessuna notizia ancora del gruppo inglese e nessuna rivendicazione del sequestro.
Se i turisti fossero davvero caduti in un agguato, resterebbe da capire chi li abbia rapiti, e perché. La regione Afar è una delle rotte meno battute dai turisti in Etiopia, per le elevatissime temperature e per le difficoltà che si incontrano nell'attraversarla. A rapirli potrebbero essere stati degli shifta, banditi, predoni. In questo caso il fine sarebbe l'estorsione. Ma nella zona sono attivi anche alcuni piccoli gruppi armati di ribelli di etnia afar, separatisti che dagli anni '90 combattono una guerra a bassa intensità contro il governo centrale di Addis Abeba. Si tratterebbe allora del tentativo di ravvivare una lotta indipendentista, che però mai, sinora, si era proposta in questi termini.
Altre voci, tutte non confermate e che rientrano nel clima avvelenato fra i due paesi, hanno parlato di un gruppo di una cinquantina di uomini armati che sarebbero penetrati in Etiopia dal confine eritreo, avrebbero effettuato il rapimento, per poi ritornare in Eritrea con gli ostaggi. La televisione araba al Jazeera, invece, ha proposto la teoria dell'agguato islamista, senza peraltro chiarire quale gruppo sarebbe responsabile.
Per ora la confusione è ancora totale. Ciò che pare chiaro è che finora mancano all'appello un numero consistente di turisti francesi, inglesi e Rosanna Piani-Moore.

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