POLITICA & SOCIETÀ

Il teatrino della Lega salva Matarrese

PIERANNI SIMONE,

«Matarrese non può più rappresentare i presidenti dei club di serie A e B. Davanti alla morte di un uomo si azzera tutto; ha perso una buona occasione per stare zitto»: nel grottesco teatrino messo in piedi ieri dalle società di serie A e di B, può ben permettersi un commento anche lui, Luciano Moggi, ex signore del calcio caduto in disgrazia, ma già in odore di riabilitazione. Matarrese e la sua poltrona però sembrano ancora più saldi rispetto ai burrascosi giorni scorsi. Al termine di una giornata in cui Zamparini, presidente del Palermo, e Garrone, patron della Sampdoria, hanno chiesto a gran voce le sue dimissioni, in serata non solo l'ipotesi sembra svanire, ma anzi, al presidente della Lega pare che «finalmente l'aria stia cambiando». In mattinata Don Tonino era tornato sulle sue esternazioni che lo avevano catapultato al centro delle critiche di mezza Italia: «Dimettermi? E perché dovrei. Ho già chiarito tutto. Quando c'è stata la tragedia dell' Heysel ero lì. Il senso principale del mio intervento era proprio contrario, cioè i morti non possono appartenere a questo sistema».
A lanciare il teatrino presidenziale è stato - al solito - Zamparini: «Chiederò le dimissioni di Matarrese, perché la sua assenza al tavolo ministeriale è grave, quel tavolo era importante e noi eravamo gli assenti», ha ululato ai cronisti prima di entrare nell'hotel di Fiumicino, sede del consiglio della Lega Calcio. A dare manforte a Zamparini un altro anti- Matarrese, Riccardo Garrone: «Noi oggi non abbiamo alcuna credibile rappresentanza, dobbiamo provvedere ad avere una presidenza qualificata e credibile che da sette mesi ci manca. Ai miei colleghi dico sempre il vostro presidente, perché per me non è il mio presidente». Voci contrarie si levano anche dal mondo sportivo e politico in generale: Di Pietro invita Matarrese ad andarsene ricordando i tempi che furono, «anzi non doveva neppure arrivare dopo lo scandalo delle partite truccate», mentre Giovanni Aliquò, segretario dell'Associazione nazionale funzionari di polizia, traccia un suo personale ritratto del calcio e del suo presidentissimo: «Per mera bramosia di profitti e per la stupida corsa al rialzo degli ingaggi, le società, dal 1985 ad oggi, non hanno investito quel che dovevano nella sicurezza degli impianti. Speriamo, allora, che finalmente siano costrette a pagare il conto delle loro inadempienze. Comunque la si giri, le parole di Antonio Matarrese sono emblematiche di quel cinismo affarista che ha minato il mondo del calcio e che noi rifiutiamo».
Al coro anti-Matarrese non si uniscono - facendo prevedere l'esito del confronto in Lega - Adriano Galliani, «in certi momenti è meglio tacere», Rossella Sensi, «Matarrese ha sempre lavorato per il bene delle società» e Cobolli Gigli, presidente della Juve: «Non chiederò la sua testa, hanno evidentemente interpretato male le sue parole». Pronostico azzeccato perché il consiglio termina e Matarrese, saldo al suo posto, si trasferisce in via Allegri per il vertice con la Figc. La benedizione alla missione di Don Tonino è unanime da parte di tutti, per quanto riguarda il messaggio da recapitare a Pancalli. Galliani dixit: «Domenica si gioca la quarta giornata, mentre il 17 e il 18 aprile si recupereranno rispettivamente la prima giornata di ritorno di serie B e la terza di ritorno di Serie A: c'è un incrocio tra serie A serie B, Uefa e Champions League, tutte questioni che ci fanno capire che bisogna ripartire dalla quarta giornata». Che problema c'è?

Supporta il manifesto e l'informazione indipendente

Il manifesto, nato come rivista nel 1969, è sinonimo di testata libera, indipendente e tagliente.
Logo archivio storico del manifesto
L'archivio storico del manifesto è un progetto del manifesto pubblicato gratis su Internet e aperto a tutti.
Vai al manifesto.it