VISIONI

Campionature in rete e assoli per «Creative Commons»

SACCO FRANCESCO RAPARELLI E DAVIDE,

Dopo Helsinki, Glasgow, Chester, Manchester, Weimar e Leeds, il festival Stfu (www.stfumusic.org) è arrivato a Roma, precisamente nel quartiere di San Lorenzo. Iniziato ieri, il festival di musica elettronica organizzato dall'Atelier Occupato ESC e da Skyapnea continuerà fino a sabato proponendo un programma ricco di workshop, seminari e serate di musica elettronica selezionata sul panorama europeo.
Il festival, oltre a creare un momento di contatto e di collaborazione tra artisti di tutta Europa, vuole essere un punto di condensazione di quanti in ambito musicale e non solo hanno aperto una riflessione sullo statuto mutato della musica al tempo delle reti informatiche: uno scenario in cui l'ideazione, la produzione (sempre più spesso l'autoproduzione), e la distribuzione vivono nella condivisione attraverso la rete e gli strumenti tecnologici del free software e dell'open source.
Questa riflessione si fa oggi ancora più centrale dal momento in cui nel nostro paese, con l'approvazione e la conversione in legge del famigerato Decreto Urbani nel 2005, la guerra fredda tra le major e il popolo della rete si è ulteriormente inasprita con il passaggio a reato penale della condivisione in rete di file protetti da copyright, anche in assenza di lucro; questo nonostante la sentenza della Terza Sessione della Corte di Cassazione che, seppure costituisce un importante precedente politico, per adesso non muta il quadro giudiziario impostato in chiave fortemente repressiva, almeno fino a quando l'attuale governo non deciderà che è giunto il momento di modificare la disciplina in materia.
Una sensibilità maturata con questo stile di lavoro non può non cercare forme di tutela nel copyleft, cioè di quel desiderio teso a mantenere inalterato il carattere della libera esecuzione, distribuzione e modifica delle proprie opere secondo uno schema diverso da quello proposto dalla normativa sul copyright. Dopo il pomeriggio di ieri in cui sono stati presentati i due software Audiomulch e Lloop seguiti dalle performance degli italiani Orwell Sound, degli inglesi Unknown Forces of Everyday Life e Bla, nonché degli svedesi Diatribes, verrà oggi dato ampio spazio a questo tema durante la giornata di oggi con il Creative Commons Day, che vedrà la partecipazione di Simone Aliprandi (www.copyleft-italia.it) e Luisa Capelli, direttrice editoriale della Meltemi editore, per mettere a fuoco proprio le licenze alternative per la produzione culturale.
Creative Commons, l'originale sistema di licenze open per la produzione artistica, si è affermato infatti negli anni come un valido strumento per chi desidera garantire il «permesso d'autore» sulle proprie opere, modulando con poche semplici scelte le libertà che si vogliono lasciare all'utente rispetto alla modifica, all'utilizzo e alla condivisione. A partire da questo set di licenze «base», il Creative Commons sta espandendo questa possibilità anche in altri campi, come ScienceCommons (per la ricerca scientifica) e iCommons, un progetto internazionale per adattare e rendere pienamente efficaci le licenze CC nei vari ordinamenti giuridici.
Inoltre, per tutta la durata del festival, sarà attiva la «Esc Copyriot Area» in cui sarà possibile, attraverso la rete interna tanto su cavo quanto wireless, attingere alle collezioni dei dj ospiti, scaricare le sessioni delle serate precedenti oltre che caricare e scaricare dal server interno la propria musica preferita. Penne usb di tutto il mondo, condividete.

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