Dopo aver introdotto la legge marziale, il governo federale di transizione somalo (Tfg) ha costretto la televisione araba al-Jazeera e tre radio somale tra le più ascoltate nel paese ad interrompere la messa in onda di tutte le trasmissioni in Somalia. Le radio coinvolte sono: Radio Shabelle, Radio Horn Afrik, e Radio Voce del Corano. Stando all'ultima notizia messa in pagina dal sito di Radio Shabelle «il decreto del governo recita: a partire dal 15 gennaio 2007, le radio e televisioni menzionate devono interrompere le proprie programmazioni non appena ricevuta la presente nota. I responsabili delle emittenti devono presentarsi presso il dipartimento di sicurezza».
Niente di nuovo per Mogadiscio. Già le Corti islamiche avevano costretto alcune emittenti locali a chiudere, in quel caso accusandole di aver mandato in onda musica e canzoni non rispettose della morale islamica. Questa volta, invece, il governo non ha fornito spiegazioni chiare circa la drastica misura. Abdirahman Dinari, portavoce del Tfg, si è limitato ad affermare: «le radio in questione istigavano la popolazione alla violenza». Dinari ha poi aggiunto: «non stiamo in alcun modo attaccando la libertà di espressione, stiamo solo cercando di restituire sicurezza al popolo somalo».
Secondo un’altra importante fonte di informazione somala, Somalinet, un esponente del governo ha dichiarato che le emittenti bandite stavano mettendo in pericolo gli sforzi dell'esecutivo per porre in sicurezza la capitale Mogadiscio, sostenendo e dando credito alle azioni antigovernative di pochi banditi presenti ancora in città. La stessa fonte del Tfg ha poi raccontato che anche la stazione radio in lingua somala della Bbc era sulla lista delle emittenti da chiudere, per aver preso posizioni antigovernative e faziose negli ultimi anni, ma che poi il governo ha deciso di monitorare strettamente la Bbc per qualche giorno, prima di decidere il da farsi. Il servizio in somalo della Bbc era già stato vietato una volta, anni fa, nella regione semiautonoma del Puntland, dall'allora presidente Abdullahi Yusuf, l'uomo che ora è alla guida del Tfg e che si è recentemente insediato a Mogadiscio.
Il Tfg non è nuovo a questo tipo di azioni. Mesi fa, infatti, a Baidoa, la capitale provvisoria, erano state chiuse tutte le radio private, inclusa la sezione locale di Radio Shabelle. In quel caso era stata creata ex-novo una emittente, Radio Bay, che ha sede nei locali del Ministero dell'Interno, e che da mesi è l'unica autorizzata a trasmettere nell'area di Baidoa. Il reporter di una delle emittenti che hanno dovuto interrompere i programmi, ha dichiarato al manifesto, in condizione di anonimato: «Questa è la vera faccia di questo governo. Nessuno ora sa più quale sia il confine tra la libertà di informare il proprio pubblico per un giornalista e la minaccia alla sicurezza nazionale. Questo governo parla di democrazia, mentre imbavaglia la stampa e dichiara lo stato d'emergenza. È ridicolo».
Intanto, una nuova operazione congiunta etio-somala per requisire armi, ha reso il clima in città di nuovo incandescente. Mentre il primo ministro Ali Mohamed Gedi ripeteva con fiducia che il governo sta mettendo in sicurezza il paese, e che il piano di disarmo in tutta la capitale procede senza ostacoli, a Mogadiscio è riesplosa la violenza. Un poliziotto è rimasto ucciso, ieri, in un attacco contro una stazione di polizia condotto da uomini armati non identificati nel quartiere di Hurwa. Poco dopo, un convoglio etiope è stato attaccato a colpi di missile anticarro, scatenando una dura battaglia. Inoltre, durante la scorsa notte, numerose esplosioni si sono udite in diverse parti di Mogadisicio. Nonostante il governo affermi il contrario, la capitale somala rimane altamente insicura.