VISIONI

I vermicelli istantanei che fecero il Giappone

il re dei noodle
SBARIGIA GIULIA,

«La pace è assicurata quando la fame è saziata», amava ripetere Momofuku Ando, il businessman inventore dei noodle istantanei, fondatore e presidente della Nissin Food Products Co. Momofuku Ando è morto per un collasso cardiaco in un ospedale di Ikeda, nella prefettura di Osaka, pochi giorni fa - precisamente venerdì scorso, dopo la cena aziendale apparecchiata per festeggiare il 2007 e a base di prodotto della casa, riferiscono le cronache locali. Aveva 96 anni e in Giappone è considerato il padre della scoperta più geniale del XX secolo: i tagliolini pronti da mangiare in 3 minuti, che nella graduatoria delle invenzioni made in Japan si attesta davanti al karaoke, al walkman della Sony e alla console Nintendo.
La rivoluzione asiatica del fast food, un pugno di spaghettini disidratati al gusto di pollo da far rinvenire in poca acqua bollente, risale al 1958, ha fatto il giro del mondo e ha modificato fruizione, sapori e cultura del cibo contemporaneo. L'idea balenò a Momofuku Ando in un villaggio vicino a Osaka mentre guardava le interminabili file al mercato nero. Le rovine della seconda guerra mondiale fumavano ancora, il paese era affamato e doveva essere ricostruito, l'industria si espandeva aggressivamente e all'orizzonte si intravedeva la nascente era high-tech. Il flash che abbagliò sensei Ando e lo fece diventare miliardario, è raccontato nella sua biografia, Come ho inventato i noodle magici, scritta nel 2002: una notte del 1957 una lunga coda di persone si srotolava davanti a un chiosco per una ciotola di vermicelli caldi, erano operai e impiegati costretti tutto il giorno al superlavoro per rimettere in piedi il Giappone. Iperproduzione e pancia vuota, poco tempo e infinite attese per riempirla. Eureka.
Momofuku Ando all'epoca aveva 48 anni, uno spiccato senso degli affari e della modernità. Era nato nel 1910 in un piccolo paese di Taiwan, al tempo colonia giapponese, aveva ereditato il piglio imprenditoriale dal padre, un mercante di tessuti, a Osaka commerciava stoffe e cibo, qualche hanno prima aveva anche fondato una società di risparmio e credito, operazione che gli costò due anni di prigione per bancarotta fraudolenta. Da qui in poi, con il racconto di Ando orfano bambino, delle sue cadute e dei sui successi - fino ai 3 miliardi di dollari annui fatturati dalla multinazionale Nissin Foods Co. con le sue 29 aziende sussidiarie sparse in 11 paesi - la biografia del Re dei noodle si riempie di particolari imprescindibili per ogni self made man che si rispetti. Il climax di tutta la vicenda si colloca appunto alla fine degli anni Cinquanta, gusto pionieristico e sapore di pollo, tecniche antiche e tempi moderni, tutto in via sperimentale, prove su prove effettuate in un laboratorio improvvisato dove i tagliolini venivano lessati e insaporiti nel brodo quindi fritti nell'olio di palma e poi disidratati seguendo il procedimento di essiccazione al sole e affumicatura che garantiva la conservazione della materia. La ricetta degli avveniristici ramen di pollo, così Ando li chiamò fin dalla prima porzione, fu messa a punto ispirandosi alla preparazione della tempura: tuffata nella padella incandescente la pastella liquida composta da acqua e farina è sottoposta a micro eruzioni, le bolle d'acqua a contatto con l'olio bollente vaporizzano immediatamente lasciando sulla superficie croccante dei piccoli crateri. Ando osservò che versando dell'acqua sull'impasto cotto questo tornava soffice, proprio grazie a quelle piccole asole dorate.
Il principio era semplice, ma in effetti a nessuno era mai venuto in mente di avviarci un business. In poco tempo l'Andy Warhol del tagliolino invase il mercato con il suo prodotto, la diffusione di massa del cibo ready-made, che andava di pari passo alla proliferazione dei supermercati, abbattè anche i puristi della gastronomia: 10.000 razioni furono consumate solo nell'arco del primo anno nonostante il prezzo fosse di 35 yen a confezione, sei volte superiore a quello degli udon, i tagliolini freschi, e il salario medio di un lavoratore raggiungesse 13.000 yen al mese. Il tempo sospeso tra eros e vitalità, il sublime piacere impiegato per preparare la magistrale zuppa di Tampopo (quasi un Sette samurai del ramen con la regia di Juzo Itami), viene irrimediabilmente soppresso.
Con l'ingresso della televisione nelle case dei giapponesi la Nissin fiutò l'occasione per accelerare ulteriormente la popolarità dei ramen pronti in 3 minuti. Il lancio di una delle prime campagne pubblicitarie televisive dell'epoca, che a guardarla ora è il massimo del lounge, fece guadagnare ai vermicelli gusto pollo sintetico lo status di icona culturale del paese. Il 1971 è la data della svolta globale, oltre i confini, che farà coniare a Ando lo slogan della sua azienda: «fare cibo per il mondo», da mangiare in ogni posto e in ogni momento. Gli spaghettini magici iniziavano a essere importati negli Stati uniti, gli americani li consumavano in tazza tirandoli su con la forchetta, ecco allora l'idea fusion: la cup-noodle, package e nutrimento rapido da asporto per pochi centesimi di dollaro e non c'era più bisogno di lavare i piatti. La forchetta di plastica pieghevole incorporata, incastrata sotto il coperchio di stagnola, sarebbe arrivata poco più tardi.
Gli anni Ottanta guardano all'Occidente, fino al 1990 il testimonial dell'azienda per il mercato nipponico fu infatti Arnold Schwarzenegger. Un altro traguardo fondamentale nella biografia di Momofuku Ando è il lancio in orbita della sua invenzione. Era il luglio del 2005 e i vermicelli a zero gravità della Nissin, confezionati appositamente sottovuoto, costituivano pranzo e cena dell'astronauta giapponese Soichi Noguchi a bordo dello shuttle Usa Discovery. Mostrando i suoi space ram ai giornalisti, Ando, sempre proiettato nel futuro, non mancò di commentare: «Sono felice di aver realizzato il mio sogno: i ramen possono andare nello spazio!».
Le stime del 2006 dicono che nel mondo sono stati venduti 85.7 miliardi di pacchetti di noodle precotti: in Cina ne sono stati consumati oltre 44 miliardi, segue l'Indonesia con 12.4 miliardi e il Giappone con 5.4. Negli Usa sono 3.9 miliardi le confezioni vendute lo scorso anno, le cifre sono meno esaltanti in Europa dove la Gran Bretagna si è convertita ai prodotti di Ando negli anni Settanta, mentre la Germania si è accodata negli anni Novanta.

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