Pochi spot della Rai per pubblicizzarne la messa in onda e molte polemiche preventive: con queste premesse Il padre delle spose, la fiction-lesbo con Lino Banfi, trasmessa lunedì alle 21 sul primo canale, ha stravinto la guerra degli ascolti nel primetime televisivo. Con oltre sette milioni di telespettatori e il 26.74% di share (con impennate di otto milioni e i picchi di share del 34%) è stato il programma più seguito in prima serata. Quattro milioni 401mila telespettatori è il risultato alla stessa ora del film di Canale 5, Merry Christmas di Neri Parenti, in effetti non proprio una primizia da controprogrammazione.
Se la tv si cala nella realtà, che non vuol dire reality-show, e riesce a rappresentarne le sfumature, il pubblico sembra gradire. Il mondo politico, almeno la parte più bacchettona, preferisce invece perpetrare lo scollamento dalla vita vera e bollare un prodotto come Il padre delle spose, una fiction-lesbo per famiglie, mica il serial Usa L-World, con toni al limite del fondamentalismo. «Nessuno obbliga la Rai a sposare acriticamente la tesi zapaterista, cioè a presentare il matrimonio tra persone dello stesso sesso e la loro possibilità di adottare bambini come un'ampliamento naturale della sfera dei diritti individuali», ha dichiarato il presidente della commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai, il nazionalalleato Mario Landolfi, che addirittura si fa soccorrere da Adamo e Eva per dare un senso al suo enunciato: «Bene avrebbe fatto la Rai a inquadrare il tema del riconoscimento del matrimonio tra omosessuali proprio dall'ottica di quei minori ai quali è precluso il diritto di vivere, crescere ed essere educati da un papà e da una mamma come avviene in una famiglia normale fin dai tempi di Adamo ed Eva». I giovani dell'Udc sono sconvolti, chiedono quasi un esorcismo: «La Rai ha abdicato al ruolo di servizio pubblico. Ci domandiamo se sia opportuno che un servizio pagato dai contribuenti faccia propaganda a modelli sociali contrari alla nostra tradizione, cultura e comunque in contrasto con la visione della famiglia prevista dalla Costituzione», scrivono in una nota. Già prima della messa in onda la polemica correva su Internet animata dai siti cattolici che a occhi chiusi bandivano il minifilm senza averlo visto. L'attacco informatico di ieri, che ha abbattuto l'home page di www.culturacattolica.it, se l'è presa con la community virtuale più agguerrita. L'anatema era stato scagliato in anticipo anche da Paola Binetti: «È altamente inopportuna una trasmissione che tocca un problema su cui ancora non si è discusso adeguatamente - commentava preventivamente la senatrice della Margherita - e che comunque non fa parte del programma di governo». Amen.
«Il Padre delle spose rappresenta la migliore risposta che si può dare a quella politica rimasta terribilmente indietro nei confronti dell'intera società», è la replica di Imma Battaglia cui fanno eco gli apprezzamenti del Codacons, del diessino Franco Grillini, della deputata del Prc-Se Wladimir Luxuria e del circolo di cultura omosessuale Mario Mieli.