FIRENZE

Energia, rinnovabili unica via

intervento
SGHERRI MONICA,

È sotto il segno delle politiche ambientalmente compatibili che possiamo determinare lo sviluppo, uscendo dalle secche di una crisi strutturale, portando avanti in maniera integrata vocazione agricola, manifatturiera, turistica e valorizzazione del patrimonio ambientale, culturale e paesaggistico, e soprattutto qualità della vita. La Regione Toscana si richiama da anni alla «sostenibilità ambientale dello sviluppo», eppure gli indicatori ambientali ci consegnano un quadro allarmante. Qualcosa non ha funzionato. In tutti i settori i consumi energetici sono aumentati in maniera superiore al Pil prodotto. Il 50% della popolazione residente, in circa il 14% del territorio, «è potenzialmente esposta a livelli di inquinamento atmosferico superiore ai valori limite per più sostanze inquinanti», come ci ricorda la pubblicazione «Segnali ambientali 2006», curata dalla Regione stessa. La Toscana, facendo propri gli obiettivi italiani del Protocollo di Kyoto, si era proposta la riduzione al 2010 del 6,5% delle emissioni di gas ad effetto serra rispetto alle emissioni del 1990. I dati del 2003 ci indicano invece l'aumento del 7,6% di emissioni di anidride carbonica, e la mancata riduzione delle emissioni di metano. Per segnare una chiara inversione di tendenza è necessario un impulso deciso sulle fonti rinnovabili. Con un formale 33% di produzione elettrica da rinnovabili, la Toscana risulta in vantaggio rispetto agli obiettivi posti dall'Europa, ma sappiamo che ben il 29% proviene dallo sfruttamento industriale della geotermia. Quindi con un misero 4% la Regione segna un grave ritardo. Se i consumi energetici sono una delle principali componenti della spesa dei cittadini e di tutti i settori dell'economia, e se il settore energetico è quello che produce forti impatti ambientali, diventa inderogabile assumere la questione energetica come punto strategico. L'Europa è più avanti di noi: fotovoltaico, idroelettrico, biomasse, sono ormai esperienze consolidate. Ce ne sono però anche in Toscana, si tratta di valorizzarli, perché la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili ci chiama a un modello di sviluppo centrato su piccoli impianti, finalizzati all'autosufficienza di piccole comunità locali, nel rispetto delle risorse del territorio e delle sue comunità. In Italia ne esistono già, e anche in Toscana. Rispetto alla dipendenza da fonti fossili non rinnovabili, e dunque dai grandi monopoli, lo sviluppo della produzione di energia da rinnovabili può diventare quel settore che crea emancipazione, autosufficienza e valorizzazione delle risorse locali. È con questo spirito che domani (Educatorio del Fuligno, Firenze) affrontiamo il convegno «Energia, prospettive, esperienze, criticità. Le sfide della Toscana». Un appuntamento per conoscere, imparare ed approfondire. Due le sessioni. La mattina su «Esauribilità delle risorse e prospettive energetiche: il Contratto mondiale per l'Energia» con Mario Agostinelli (Contratto mondiale Energia), Ciro Pesacane (Forum Ambientalista), Ugo Bardi (Aspo Italia) e Lucio Triolo (Enea). Il pomeriggio «Esperienze e criticità: le sfide della Toscana» con Marco della Pina (responsabile ambiente Prc Toscana), Bruno Zolla (Piano energetico del Lazio), e interventi su esperienze, progetti e vertenze in Toscana. Monica Sgherri capogruppo regionale Prc-Se

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