CAPITALE & LAVORO

Un punto su mercato e Autorities

ROCCHI NICOLETTA

Il mercato, di cui continuamente si esaltano il ruolo e la funzione, esige regole certe e trasparenti; ed istituzioni capaci di farle rispettare nell'interesse pubblico e soprattutto dei cittadini. «Poiché il mercato è una creazione umana - diceva Federico Caffè - l'intervento pubblico è una componente necessaria e non di per sé distorsiva o vessatoria». In tale contesto, un ruolo pubblico essenziale di garanzia e «terzietà» spetta alle Autorità di vigilanza. In Italia, non solo queste importanti istituzioni, salvo la Banca d'Italia, sono state istituite con molto ritardo rispetto ad altri paesi, ma si sono frapposti, e si frappongono ancora, molti ostacoli per un loro efficace e corretto funzionamento. Non si tratta solamente di una questione culturale, che pure esiste, ma anche, se non soprattutto, di forti interessi costituiti che operano a tutti i livelli. Oggi la questione ha trovato una prima definizione con la «Legge per la tutela del risparmio» ed è ancora all'attenzione del legislatore, delle forze economiche e politiche. Ma occorre effettuare un maggiore sforzo per la sensibilizzazione dell'opinione pubblica perché tali problematiche vengano discusse con la massima trasparenza ed escano dalle stanze chiuse degli addetti ai lavori, dove è più facile l'opera di resistenza. Oltre al necessario adeguamento delle risorse umane e tecniche, occorre altresì affrontare il tema della nomina dei Commissari, del Presidente, facendolo uscire la logiche amicali e familistiche, e della governance complessiva, rafforzando i criteri di professionalità, indipendenza e regolando meglio i casi di incompatibilità e di conflitti di interesse in entrata e in uscita. Altro aspetto decisivo sono gli ordinamenti che dovrebbero essere informati a criteri di certezza, di responsabilità funzionali e di indipendenza della stessa struttura interna, nei lavori di istruttoria e di proposta alla Commissione. In caso contrario, vedremo queste istituzioni trasformarsi, sempre di più, in crocevia e stanza di compensazione di quel capitalismo di «relazione» che è l'esatto contrario di una sana ed efficace economia di mercato, con un ulteriore e nefasta confusione di ruoli tra pubblico e privato. Un esempio emblematico di tutto ciò è rappresentato dall'art 6 contenuto nello schema di decreto legislativo approvato il 31 agosto scorso dal Consiglio dei ministri, schema attuativo della delega prevista dall'art 43 della legge n.262/2005 nota come «Legge per la tutela del risparmio». Mentre tale delega è circoscritta al coordinamento e adeguamento del Testo Unico Bancario e del Testo Unico della finanza alle disposizione della predetta legge, l'art 6 interviene in maniera sostanziale sulla governance della Consob configurando un evidente eccesso di delega che vizia la norma di illegittimità costituzionale. Questo articolo inserisce per legge la figura del Vicedirettore Generale (già concordata peraltro con il sindacato interno) e del Segretario Generale, e assegna alla Commissione piena discrezionalità sulle modifiche ai regolamenti interni che disciplinano le posizioni di vertice della Consob e le relative funzioni (che ad oggi richiedono invece l'accordo con le OO.SS. interne), nonché la possibilità di assumere ben 15 persone a chiamata diretta (quindi senza concorso pubblico) su un organico attuale di 450 unità. Su questo punto come su altri siamo già intervenuti presso le Commissioni parlamentari che hanno in discussione il decreto e ci auguriamo veramente che l'interesse generale e la stessa legittimità facciano premio sugli interessi e le pressioni di una parte. * Segretaria Confederale Cgil

Supporta il manifesto e l'informazione indipendente

Il manifesto, nato come rivista nel 1969, è sinonimo di testata libera, indipendente e tagliente.
Logo archivio storico del manifesto
L'archivio storico del manifesto è un progetto del manifesto pubblicato gratis su Internet e aperto a tutti.
Vai al manifesto.it