POLITICA & SOCIETÀ

«Quattro serate o me ne vado»

SBARIGIA GIULIA,

«Se mi levano una serata me ne vado dalla Rai», Bruno Vespa è nervoso, lunedì torna su Raiuno il suo Porta a porta, undicesima edizione, dove tutto sembra come sempre: il salotto buono, il campanello che fa dlin dlon per ogni ospite che arriva e quattro puntate settimanali garantite per la stagione autunnale.
Garantite? L'inverno per il giornalista potrebbe essere quello del suo scontento, il rischio è di vedersi ridurre la presenza in tv: da quattro le serate potrebbero diventare tre, questo sussurrano le voci nei corridoi della Rai. Alla sola ipotesi Bruno Vespa mette in scena un putiferio, come palcoscenico sceglie viale Mazzini, l'occasione è la conferenza stampa per il ritorno del suo talk-show, la faccia è tirata, i toni sono aggressivi. «Nella storia della Rai non ho mai visto un programma di successo, mai sanzionato, mai rimproverato per una scorrettezza, vincente per gli ascolti e con una lista di attesa di inserzionisti pubblicitari, punito per questo», dice offeso. Alterna minacce a promesse: «Ci possono essere scelte editoriali che non condivido ma che rispetterò. Sono un soldato, obbedirò. Quello che mi chiede l'azienda farò». È davvero risentito. Gli sarà scattata la sindrome del perseguitato? Per carità, si inalbera: «Non mi sento un perseguitato perché i moderati come me non lo sono mai», con questa battuta intende fare del sarcasmo. Con quest'altra prende invece forma la sua minaccia di scendere dal cavallo: «Se la Rai dovesse stringere e rendere meno confortevole l'ambiente di lavoro, mi cercherò un altro posto».
La replica gli arriva nel pomeriggio per voce del presidente della Rai Claudio Petruccioli, appena uscito da palazzo san Macuto dopo la prima audizione davanti alla nuova commissione parlamentare di vigilanza: «Il cda ha approvato i palinsesti per il periodo di garanzia autunnale. Quando si discuterà del periodo di garanzia primaverile si vedrà. Non è detto che i palinsesti restino sempre gli stessi, questo riguarda tutti», chiarisce Petruccioli. Il fortino di Bruno Vespa sembra per la prima volta vulnerabile, sono bastate poche parole, ne seguiranno altre fino a sera, tutti vogliono partecipare al dibattito sul «caso Porta a porta». Forza Italia per l'occasione riporta in auge la definizione Telekabul e strepita contro il «regime unionista»: Vespa? «E' sinonimo di pluralismo». Il neo presidente della commissione di vigilanza Mario Landolfi (An), che per tutto il pomeriggio ha ascoltato Petruccioli e il direttore generale Cappon parlare di Rai, nuove sfide e trend economico in peggioramento, spezza una lancia in favore del giornalista: «Lo sfogo di Vespa è comprensibile: conduce una trasmissione che produce ascolti e pubblicità ma qualcuno vuole ridurne le puntate - dice - Sarebbe esagerato considerarlo un perseguitato ma sicuramente lassù, al settimo piano, non tutti lo amano». Nella prossima seduta a palazzo san Macuto chiederà lumi sulla vicenda.
Il rischio che Vespa possa diventare un martire della tv convince il capogruppo della Rosa nel Pugno, Roberto Villetti: «Non ripetiamo, sia pure su scala minore, episodi che hanno contraddistinto la gestione proprietaria del centrodestra sulla Rai come nel caso di Santoro e Biagi». Stessa strategia per Marco Rizzo del Pdci: «Non ci sia alcun atteggiamento anti-Vespa da parte delle forze politiche: l'Unione deve dimostrare dai comportamenti di essere completamente diversa dal centrodestra. Per cui il problema non è ridurre Vespa, ma aggiungere». È solo per bocca di un democristiano che alla fine arrivano stoccate all'indirizzo del mattatore delle serate di Raiuno: «In un'azienda seria, dopo le dichiarazioni rese oggi, il signor Vespa verrebbe licenziato in tronco. Chiedo formalmente al presidente Landolfi di convocare dinanzi alla Commissione di Vigilanza Rai questo giornalista che minaccia i vertici della sua azienda e da anni condiziona la politica con un comportamento deontologicamente sleale e scorretto verso alcune formazioni politiche», dichiara il segretario della Dc e componente della Vigilanza Gianfranco Rotondi.

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