CULTURA

L'impegno della libertà

Sinodo valdese
TOURN FEDERICA,

Bioetica, laicità, ora di religione a scuola, conflitto in Medio Oriente, rapporti con la Chiesa cattolica, dialogo interreligioso: il Sinodo delle chiese valdesi e metodiste si chude oggi senza aver risparmiato nessuno dei temi «caldi» che erano nell'aria, sollecitato dall'urgenza di prendere posizione sui nodi politici fondamentali di questi giorni. Bilancio positivo per Maria Bonafede, che ha voluto mettere in evidenza l'aspetto dell'impegno civile del cristiano: «è stato un Sinodo sereno e costruttivo - ha detto la moderatora - Il tema del confronto fra la speranza che viene dalla fede e l'impegno civile è stato centrale; ed è proprio questa la laicità, che tanto ci sta a cuore e che significa nei fatti essere al contempo cristiani e impegnati nelle battaglie civili e politiche senza diventare integralisti».
Sulla stessa linea si è mosso anche il ministro delle politiche sociali Paolo Ferrero, intervenuto all'incontro pubblico che si è svolto nella serata di lunedì scorso: «non è facile per un evangelico individuare il confine fra fede e impegno politico», ha detto. Si è cristiani sempre, e per prima cosa un protestante può e deve ricordare nel suo lavoro che esiste un altro Dio oltre a quello intollerante e violento dei fanatismi, il Dio che «ci ha chiamati a libertà. Questo Dio diverso, che accoglie e libera, dobbiamo testimoniare oggi», ha sottolineato Ferrero.
Nel 2007, ha assicurato il ministro, sarà ripresa in esame dal governo Prodi la questione della legge sulla libertà religiosa e la stipula di sette nuove Intese, oltre alla modifica di due già in vigore. È fondamentale e urgente mettervi mano - ha ricordato Valdo Spini, anche lui presente al dibattito - soprattutto considerando la crescita dell'immigrazione nel nostro paese.
La libertà religiosa si lega infatti strettamente al tema dei diritti dei nuovi cittadini: «siamo solidali con chiunque subisca persecuzioni per motivi religiosi, indipendentemente dal contesto in cui vive - ha detto a questo proposito Daniele Garrone, decano della Facoltà valdese di teologia di Roma. E ha tenuto a puntualizzare: «se oggi ci sono cristiani ancora perseguitati, questo non deve essere un pretesto per uno scontro di civiltà ma un motivo per riaffermare l'inviolabilità della libertà religiosa e per vigilare che i diritti che invochiamo altrove siano innanzitutto promossi qui da noi».
Netta anche la presa di posizione contro l'insegnamento della religione cattolica nelle scuole, considerato, così come si svolge oggi, obsoleto e inadeguato rispetto al tessuto sociale multireligioso del nostro paese. «L'informazione sul fatto religioso è fondamentale - ha spiegato il pastore Ermanno Genre per non dare spazio a equivoci - e anzi potrebbe essere un grande contributo alla prevenzione di pregiudizi e razzismo, se però venisse impartita sotto la responsabilità dello Stato e in piena autonomia dalle ingerenze confessionali».
Il Sinodo di Torre Pelice ha espresso anche la sua preoccupazione per la situazione in Libano: per dare un segno concreto, la colletta del culto inaugurale è stata destinata alla ricostruzione del paese. La pace è ovviamente l'orizzonte di chi - ha ricordato il pastore Garrone parafrasando Paolo - spera contro ogni speranza. «Attenzione a non ricondurre frettolosamente la crisi attuale al conflitto israelo-palestinese - ha detto il decano della Facoltà valdese - e a non cadere in facili contrapposizioni tra islam ed ebrei. Piuttosto è importante non sottovalutare la presenza di chiese cristiane nella regione, e più in generale di un tessuto religioso plurale su cui puntare per ritrovare un equilibrio stabile e duraturo».
Un forte segnale di sostegno alla ricerca scientifica, infine, è stato dato con la destinazione, l'anno passato, di centomila euro provenienti dai fondi dell'otto per mille all'azienda ospedaliera Policlinico Sant'Orsola Malpighi di Bologna, in favore della ricerca sulle cellule staminali.

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