VISIONI

Il paradiso fiscale degli U2

Bono Vox
SBARIGIA GIULIA,

Si è comprato il 40% di «Forbes», elargisce carità per tutta l'Africa, si fa fotografare con George W. Bush, conversa con Tony Blair, è stato candidato dal «Los Angeles Times» alla guida della World Bank, ha prestato i suoi occhiali da sole a Giovanni Paolo II («He's a funky pope!», ha poi esclamato), domenica scorsa ha pronunciato il discorso d'apertura al mega-meeting organizzato dal magnate dell'editoria Rupert Murdoch accanto agli alti vertici militari attivi in Iraq, Arnold Schwarzenegger, Al Gore e Clinton, appena può «cancella il debito» e canta. L'irlandese Paul David Hewson, che dal 1977 si fa chiamare Bono Vox (dall'insegna di un negozio di apparecchi per sordi di Dublino), è in ogni dove con la stessa ubiquità di una multinazionale.
E ora, proprio come le grandi corporation, sta trasferendo parte del suo impero milionario in Olanda per ragioni fiscali, come già fecero i Rolling Stones nel 1972. Nei Paesi bassi non vengono applicate tasse sulle royalties e la U2 Ltd, la società che amministra i diritti d'autore della band - il cui valore è stimato intorno 690 milioni di euro - ha trovato qui il suo paradiso fiscale. La stampa irlandese non l'ha presa bene, il governo neppure. «Avendo sentito Bono parlare della necessità per il governo irlandese di destinare più fondi a Ireland Aid (il canale attraverso cui il governo di Dublino devolve gli aiuti ai paesi poveri, ndr), mi stupisce che gli U2 non siano disposti a contribuire in maniera equa alle casse dello stato come tutti gli altri contribuenti irlandesi», ha dichiarato un portavoce del ministero del tesoro.
Ma se il portafoglio degli U2 è planato sulle pianure olandesi il cuore resta a casa e svetta sui Docklands di Dublino, dove il gruppo sta facendo costruire una torre di cristallo alta 100 metri che dovrebbe contenere i loro studi di registrazione. La «U2 Tower», come tutti ormai la chiamano, una vertigine che sale sulle nuvole a forma di spirale, è già diventata l'incubo degli ambientalisti irlandesi. Secondo l'associazione verde Ringsend Enviromental Group, che è pronta a portare il caso davanti alla Commissione europea, il grattacielo oscurerebbe l'intero villaggio di Ringsend. Un'altra grana per Bono che tra filantropia e frequentazioni pericolose, si muove sempre sul filo dell'ambiguità. La sua popolarità è in calo, l'incursione nell'editoria simbolo del capitalismo più agguerrito suona come il colpo di grazia per i fan dal cuore tenero.

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