INTERNAZIONALE

Commissione internazionale per quelle armi

BARACCA ANGELO, MANDUCA PAOLA, ZOPPè MONICA,

Sono ormai numerose le testimonianze, raccolte da ospedali, testimoni, artificieri, giornalisti, che sollevano dubbi gravissimi su alcuni episodi dell'attuale offensiva israeliana in Libano e Gaza. A parte la dispersione a tappeto di uranio impoverito, e il grave danno ecologico derivato dalla dispersione di carburanti e sostanze chimiche in seguito ai bombardamenti su fabbriche e depositi, destano particolare preoccupazione i racconti e le immagini che mostrano «strani sintomi e sconosciuti» nelle vittime.
Si parla di corpi in cui i tessuti sono morti, ma che non mostrano ferite apparenti; corpi apparentemente «rimpiccioliti»; feriti con le gambe semidistrutte, che nonostante l'amputazione vanno incontro a necrosi diffusa e morte; sono stati descritti casi con ferite interne come da esplosione, ma senza traccia di schegge; oppure di cadaveri anneriti ma non bruciati, o altri apparentemente feriti, ma che non sembrano aver sanguinato...
Tutto questo suggerice la possibilità che siano state utilizzate armi nuove: armi ad energia diretta, agenti chimici e biologici, in una specie di macabro esperimento di guerra futura in cui non si rispetta alcunché: regole internazionali (dalla convenzione di Ginevra ai trattati sulle armi chimiche e biologiche), rifugiati, ospedali e Croce rossa, per non parlare delle persone e del loro futuro, dei loro figli, dell'ambiente, reso talmente velenoso da considerare una condanna viverci.
Nonostante i problemi per i popoli palestinese e libanese siano molti e immediati, questi episodi non devono lasciare indifferenti. Diversi appelli sono stati già rivolti a e da esperti e scienziati perché si faccia luce. Abbiamo ritenuto di rispondere a questi appelli, e mettere a disposizione le nostre esperienze, conoscenze e capacità specifiche.
Ci stiamo organizzando per offrire sostegno alle istituzioni della salute libanesi e palestinesi che chiedono sostegno e verifiche. Stiamo esaminando tutte le testimonianze e le prove già raccolte, insieme ad altri esperti, per formulare ipotesi di indagine che possano essere sottoposte a verifica.
Chiediamo un intervento da parte delle istituzioni scientifiche che ci rappresentano, e che hanno il dovere di vigilare e di intervenire in casi come questo.
Sosteniamo la richiesta che viene da più parti, e in particolare dai medici delle zone di conflitto, perché l'Onu istituisca una commissione internazionale e indipendente dai governi per verificare sul campo le denuncie sull'uso di armi di nuovo tipo e di distruzione di massa da parte di Israele nell'attuale conflitto. Chiediamo con forza che a questo scopo si attivino subito procedure per garantire che i campioni biologici prelevati dalle vittime siano preservati in condizioni adeguate per essere esaminati scientificamente.
Chiediamo dunque che questa commissione internazionale abbia accesso a tutte le fonti disponibili, sia operativa e rispetti le procedure di controllo incrociato da parte di diversi laboratori che regolano la «scienza civile», e che quindi porti il caso di fronte alle autorità competenti, inclusi il tribunale per i diritti umani, e le corti di giustizia internazionale.
Da parte nostra, ci riuniremo il prossimo 25 agosto per dare forma operativa all'esame di tutti gli elementi sin qui disponibili, e allargare il gruppo di lavoro ad altri esperti. Come persone, come scienziate e scienziati, mettiamo a disposizione quanto possiamo per giungere alla conoscenza dei fatti, convinti che giustizia, equità e convivenza pacifica tra i popoli siano approssimabili solo con il rispetto delle regole che la comunità internazionale si è data sin ora circa i comportamenti delle parti nei conflitti. Ne chiediamo verifica.
Ci rivolgiamo a tutte le scienziate e agli scienziati affiché contribuiscano a questo lavoro portando competenze specifiche e aiuto concreto. In particolare, tossicologi, chimici, farmacologi, anatomo patologi e medici esperti di ustioni/traumi sono invitati a mandare una mail all'indirizzo che abbiamo attivato a questo scopo: nuovearmi@gmail.com

*Scienziate e scienziati contro la guerra

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