Leggo su il manifesto di ieri circa visto censura a François Ozon. Voglio solo dire che il mio Piccolo orrori del '94 era stato vietato ai minori di 14, perché troppo cerebrale e avrebbe potuto turbare la mente dei giovani. E questo allora mi aveva (lo dico ironicamente) riempito di gioia perché mi pareva finalmente il giusto riconoscimento a me che, come insegnante, avevo turbato le menti per 30 anni a bambini-ragazzi delle scuole medie, i miei allievi, e nessuno s'era accorto, nessuno soprattutto da parte dello stato, mi aveva mai detto niente...
Ma riguardo agli spettatori dei cinema comunque io non faccio certo correre pericoli. Piccoli orrori la Mikado lo fece uscire in una sala a Napoli per 4 giorni e poi mai più da nessun'altra parte... Invece, per un altro mio film, Lei, 2002-3, portato in 35mm. dal digitale da Deliberato e Pagani, congiunti a fare il grande sforzo, io andai in persona a ricevere il visto di censura, paventando un altro vietato ai... e, con mia grande sorpresa, ricevetti invece dei complimenti vivissimi da tutta una commissione molto simpatica, calorosa e aperta, assieme al «visibile a tutti». Ma quella volta, ahimé, nemmeno 4 giorni ebbe la distribuzione... il film non uscì mai!!! Vittima forse (non ho mai appurato) di censura altra, più sottile, forse interna... E Appassionate, 1999, che uscì regolare, non ebbe neppure lui il tempo di essere visto nei cinema... Passa e scompari. Perciò io ora non penso neppure più alla distribuzione nelle sale, e sì che mi piace rivedere, ad es., al cinema Teorema di Pasolini, come poco fa mi è successo nella sala del museo del cinema di Torino, proprio per il gusto di vedere meglio in grande, disteso. E pure Uccellacci e uccellini, così puoi vedere e gustare meglio gli aerei che in lontananza si alzano o scendono dietro Totò e Ninetto, sommo contrasto e imbastardimento nella campagna selvaggia di Roma Fiumicino: come mai potresti gustarli rimpiccioliti, invisibili in schermo tv normale? Oppure le pieghe vere di viso fisso di Laura Betti o Massimo Girotti o il pugno contratto di Anne Wiazemsky? Ma certo io non posso (non devo) dir niente di male del piccolo schermo, io che vengo distribuito solo da Fuori orario (e sia reso grazie infinite al cielo e a Enrico Ghezzi e soci). E allora come può, uno come me, credere a chi si raduna a Roma (Lucky Red e Andrea Occhipinti, Fandango e suo rappresentante, Tilde Corsi ecc, cioè i più cosiddetti avanzati ufficialmente) - ne scriveva qui sul giornale Cristina Piccino giorni fa - per discutere dello stato della distribuzione in Italia? Uno come me...
Ma posso dirlo? Ecco, volevo dire questo e mi piacerebbe pubblicaste.