METROVIE

SCAMPIA DA MORIRE

LETTERA
ROSARIO G.,ITALIA/NAPOLI

Ho 17 anni e vivo a Scampìa, questa lettera racchiude i sogni e le speranze di una persona che non c'è più, questa lettera è l'anima di molti ragazzi che come me non vogliono più essere etichettati negativamente.Voglio raccontarvi una storia assurda, un tragedia che si è consumata tra le strade colme di siringhe di Scampìa, tra quelle strade dove i bambini sorridenti consumano la loro infanzia giocando a pallone. L'anno scorso, durante la faida che ha colpito il quartiere, ho perso un cugino di 25 anni. Era un disabile, che dalla vita non aveva avuto nient'altro che quel bel sorriso stampato sul viso. La malattia gli impediva di camminare correttamente e di parlare bene, la malattia gli impediva di fare ciò che lui desiderava di più, ovvero giocare a calcio. Chissà quante volte ha sofferto nel vedermi toccare la palla insieme a suo fratello, soffriva ma non lo diceva, perché lui era così, semplicemente unico. È morto mentre giocava a calcio balilla, mentre simulava con le mani ciò che avrebbe voluto fare con i piedi, è morto perchè non è riuscito a scappare come tutti gli altri che sono stati colpiti nelle gambe e nelle spalle. È morto lentamente vedendo il fratello e il padre arrivare verso lui, mentre due pallottole facevano danni nella sua schiena. È morto assassinato da due killer che dovevano regolare alcuni conti con spacciatori del rione, è morto senza un funerale, Tonino è morto due volte. Questo evento ha cambiato la mia vita e io adesso voglio vendicarlo, non con le stesse armi che l'hanno ucciso ma con semplici parole, voglio trasmettere ai ragazzi del mio quartiere qualcosa di importante, la mia esperienza. Ho scritto un libro su questa brutta storia e vorrei pubblicarlo al più presto. La gente deve sapere che la camorra è la strada più breve di questo mondo che porta o in galera o per terra. La gente deve sapere che mio cugino è morto da criminale pur essendo un ragazzo pieno di sogni e speranze.

Non dimenticherò mai mio zio, con gli occhi incavati che piangeva stringendo tra le mani quella maglia bucata e sporca di sangue, non dimenticherò mai le urla del fratello che non voleva accettare quella triste realtà. Non dimenticherò mai le parole di un padre senza anima che diceva «come farò a guardare alla finestra e immaginarlo lì, steso per terra, morire senza parlare, morire senza poter scappare. Come farò a vivere senza lui, come farò a dormire la notte sentendo nella mente il rumore delle sirene e gli spari. Se n'è andato da Dio senza aver mai segnato un gol».

Aiutatemi, date voce ai sogni che lui non potrà mai più realizzare, aiutatemi a creare qualsiasi cosa, dal giornalino di quartiere al più grande degli editori, un sito, una rubrica, un blog, un forum, un comitato, davvero qualsiasi cosa. Questa lettera racchiude tutte le urla, tappate dalla camorra, dei giovani ragazzi del mio quartiere che non riescono a far sapere al mondo ciò che sognano. Aiutateci, aiutateci sul serio, basta con i massacri, basta con il sangue, desideriamo giocare, sognare, baciarci in pace, senza quella paura che ti blocca il fiato e ti contrae lo stomaco. Anche se a molti sembra un'utopia, io credo che un giorno Scampìa cambierà, facciamo sì che a Scampìa si viva e non si sopravviva.

Supporta il manifesto e l'informazione indipendente

Il manifesto, nato come rivista nel 1969, è sinonimo di testata libera, indipendente e tagliente.
Logo archivio storico del manifesto
L'archivio storico del manifesto è un progetto del manifesto pubblicato gratis su Internet e aperto a tutti.
Vai al manifesto.it