Sarà Guido Rossi, padre della legge antitrust, il commissario straordinario della Figc. Benché il presidente del Coni Giancarlo Petrucci non riveli al salotto di Porta a porta la decisione, il «personaggio di respiro e alta professionalità» chiamato a «riscrivere le regole del calcio italiano, con un grande profilo etico e morale» è il noto giurista esperto di diritto societario e già presidente della Consob (dal 1981 al 1982). Oggi l'ufficilizzazione. «Ormai siamo alla stretta finale - spiegava infatti ieri sera Petrucci in tv - Avrò ancora più tardi un colloquio, poi informerò i membri di giunta, in modo che domani, quando si arriverà all'ufficialità, i membri di giunta siano stati informati».
Nonostante da alcune direzioni (il presidente della federgolf e membro della giunta del Coni, Franco Chimenti) si esprimesse la preferenza per un commissario proveniente dal mondo dello sport, è quindi prevalsa la scelta prevalentemente favorita di una personalità estranea e immune dal mondo del calcio. Nelle ultime 48 erano circolati i nomi più disparati: da Gianni Letta (estraneo sì ma meno immune) all'ex segretario generale del Quirinale Gaetano Gifuni, dal costituzionalista Andra Manzella all'ex ragioniere dello stato Andrao Monorchio, fino a Gianni Rivera (forse immune ma non estraneo). Con Rossi il profilo della scelta guadagna di autonomia e credibilità.
A Rossi (che è stato tra l'altro senatore della sinistra indipendente dal 1987 al 1992) il Coni promette il tempo necessario per bonificare il pallone italiano: «Il commissario resterà in carica il tempo necessario... Un anno? Ora non mi fate mettere limiti», si risponde Petrucci. Aggiungendo che oggi la giunta del Coni stabilità un calendario che «poi può anche essere protratto nel tempo». Perché sarà necessario «avere contatti con il governo e la magistratura, con il parlamento perché si facciano leggi utili allo sport».