POLITICA & SOCIETA

Camera, una festa in tono minore

BIANCHI GIULIA,Roma

«Mi sento come una gatta, che annusa, studia e cerca di capire dove si trova». Più timida che spavalda, la debuttante trans Vladimir Luxuria. Anzi: Wladimiro Guadagno, com'è all'anagrafe e anche al registro di Montecitorio. Intrasigenza burocratica utile a far da ptretesto all'omofobia nazional-alleata. I due voti a Luxuria letti da Fabio Mussi durante lo scrutinio suscitano infatti la sonora riprovazione di un deputato di An, secondo il quale il voto su base di pesudononimo andava annoverato tra le nulle anziché considerato valido. Risponde Mussi a suon di argomentazioni giuridiche che per Luxuria si intende Guadagno senza tema di contraddizione.
L'episodio è tra i pochi che regalano un po' di vibrazioni in un debutto di legislatura tra i meno avvincenti. Tono stranamente minore per il primo giorno del nuovo parlamento. Sarà il fatto che «abbiamo una maggioranza risicata - riflette un portavoce dell'Unione - Guarda come sta andando al senato». Sarà che «guarda come siamo tesi - osserva una neoeletta dei Ds - Ogni cosa è una fatica». Sarà che «effettivamente non può esserci il clima della vittoria come le ultime due volte - riflette un alto funzionario della camera che viene dall'apparato post-comunista - Nel '96 c'era stata la prima vittoria del centrosinistra e nel 2001 ci si poteva scrivere un romanzo sui cento deputati in più che ha imbucato la Casa delle libertà. C'era di tutto».
Il palazzo, come sempre, ha accolto con fasti misurati. Tutto pronto, anche se la bouvette non serviva nulla di diverso dal solito: frutta, pasticcini, supplì, rosette con la mortadella preferite da alcuni a toast e tramezzini. Tutto pronto, compresi i gazebo per le televisioni nel cortile di Montecitorio e l'infinita polemica tra i giornalisti e l'apparato burocratico della camera dei deputati; sempre più accondiscentente nei confronti delle esigenze di fotografi e tv che della carta stampata.
«La questione dei bagni l'ho già affrontata, sono andata in quello delle donne - risponde Luxuria ai cronisti in caccia di gossip - E mi batterò per far mettere oltre al barbiere anche un parrucchiere per donne». Il taglio femminile infatti non è previsto. Ma non si nota. Per il primo giorno di scuola, infatti, deputate e giornaliste sfoggiano quasi tutte messe in piega appena fatte. Tacchi alti e qualche vistoso eccesso: forse più nella stampa che nelle parlamentari. Marrone gessato per Giulia Bongiorno, ex avvocata di Androtti nelle file di An. Tailleur nero e caffè per Maria Paola Merloni, l'industriale della Margherita. Blu per la veterana Margherita Boniver. Non esagerano, pur facendosi notare come semrpe, neanche Gabriella Carlucci e Daniela Santanché. Colori pastello per la Ds Giovanna Melandri. Da Tinto Brass al parlamento, Fiorella Ceccacci, in arte Fiorella Rubino, guadagna la palama della più bella.
Da tutte un tocco di vivacità rispetto al genere maschile prevalente e prevalentemente vestito come per un matrimonio di provincia. «Quando ho visto quella macchia scura di abiti da pinguino mi sono afflitta», osserva un'altra neo deputata. Il parlamentare della repubblica non trascende infatti dal grigio o il blu. La differenza la fanno giusto le cravatte. Rosso e bordò per la sinistra più tradizionale e nodo largo su toni azzurro chiari, fino al giallo e il rosa, per il centrodestra.
Emozionati? Chi più chi meno. Forse a sinistra più che a destra. Se non altro per l'abito e la cravatta con cui c'è minore consuetudine. Paolo Cento, pur di lungo corso, indulge alla cravatta in via eccezionale: benché su una discutibile camicia verdognola. Giusto Francesco Caruso si astiene dal grigio-blu e dal nodo stretto intorno al collo: in velluto marrone conversa interrotto dai cronisti in cerca del pezzo di colore senza badare ai al fatto di trovarsi a pochi centimetri da estremisti di prima categoria di An e del Carroccio cho lo sbirciano in tralice.
Khaled Fuad Allam (Margherita) solca il transatlantico un po' spaesato. Non è il solo. Manuela di Centa - campionessa azzurra nello sport prima che in parlamento - ai riflettori c'è abituata dal successo sportivo, ma confessa ugualmente di aver passato la notte insonne per l'emozione. Stefania Craxi sublima la propria occupando la poltroncina che fu di suo padre.
Fuori dall'ingresso una piccola folla di curiosi aspetta con la macchina fotografica o il telefonino in mano per immortlare le celebrità: «Chi è quello?». «Boh». «Guarda là, non è quello che sta sempre con Prodi?». Il nodo della cravatta non lo allenta nessuno.

Supporta il manifesto e l'informazione indipendente

Il manifesto, nato come rivista nel 1969, è sinonimo di testata libera, indipendente e tagliente.
Logo archivio storico del manifesto
L'archivio storico del manifesto è un progetto del manifesto pubblicato gratis su Internet e aperto a tutti.
Vai al manifesto.it