SOCIETÀ

Si volta pagina sulle droghe?

FUORILUOGO
D'ELIA CECILIA,

Coincidenza ha voluto che Fuoriluogo uscisse proprio il giorno dell' insediamento del Parlamento della XV Legislatura. Domani saremo in edicola con il manifesto e non potevamo non rivolgerci alla nuova maggioranza e a Romano Prodi per ricordare che nella scorsa legislatura, a tempo scaduto, fu approvata con un decreto legge e due voti di fiducia una normativa sulle droghe punitiva, iniqua e autoritaria. Due editoriali, uno di Franco Corleone e l'altro di Giuseppe Bortone e Sandro Del Fattore della Cgil, collocano nello scenario politico disegnato dal voto la necessità di rispettare gli impegni presi in campagna elettorale, abrogando la legge Fini-Giovanardi e avviando il confronto sul superamento del Dpr.309, per una reale depenalizzazione del consumo. La delicatezza degli equilibri e dei rapporti politici giustamente preoccupa, ma può anche essere l'occasione per ripristinare le regole del confronto democratico istituzionale e ridare vitalità alle nostre assemblee elettive. Un'occasione per disintossicarci dai veleni seminati in campagna elettorale e aprire il confronto attorno alle grandi riforme necessarie. La politica sulle droghe è uno di quei temi che non può essere la sciato sullo sfondo, magari per paura di dividere un'opinione pubblica già fortemente spaccata. Su questo terreno la destra al governo ha coniugato demolizione del welfare e attacco alle libertà. Su questo terreno dal centrosinistra ci aspettiamo scelte chiare, forti del coinvolgimento dei tanti che in questi anni hanno resistito in trincea, gli operatori , i consumatori, gli enti locali, le regioni.
Poco prima del voto il governo uscente si è preoccupato di diffondere le tabelle della Fini-Giovanardi, quelle che spiegano le quantità massime consentite per il consumo personale. La commissione ministeriale per ogni sostanza ha individuato la «dose media singola», il «moltiplicatore variabile» e la «quantità massima detenibile». Ne parlano Livio Pepino e Giorgio Bignami, un giurista e uno scienziato che disegnano lo stravolgimento dei principi del diritto e le assurdità scientifiche partorite dai cosiddetti esperti. In questo modo la tabella si sostituisce al giudice nel determinare le finalità della detenzione della sostanza e individua lo spacciatore virtuale, trasformando il sospetto in prova. Bignami insiste invece sull'assurdità del concetto di dose media singola, stabilita per sostanze diversissime, e di conseguenza sull'irrazionalità di tutto il sistema, che moltiplica la dose minima a seconda della ipotetica pericolosità di ogni sostanza, per arrivare a determinare la quantità massima. L'unico modo per sopravvivere alla tabella è davvero abrogarla al più presto. Nessuna pietà è prevista nemmeno per gli usi medici della cannabis.
E dalla canapa riparte il movimento (Marina Impallomeni). Sabato 6 maggio a Roma ci sarà la Million Marijuana March, evento a cui aderiscono oltre duecento città di tutto il mondo. Il corteo partirà alle 16 da piazza della Repubblica. Una delle richiesta al centro della giornata sarà l'autocoltivazione per uso personale, problema annoso, soprattutto per i tanti che la consumano per fini terapeutici e vorrebbero non dover ricorrere al mercato illegale. Anche quando la giurisprudenza ha tentato di spostare la coltivazione nell'area delle condotte depenalizzate la Corte di cassazione e la Corte costituzionale sono intervenute in senso proibizionista (Stefano Anastasia).
Urgono dunque riforme, ma non si parte dal nulla, proposte di legge erano state presentate nella scorsa legislatura e firmate da un ampio schieramento di forze (proposta Boato, Cavallaro e altri). Domani si cambia pagina, vogliamo crederci davvero.

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