POLITICA

Prodi senza truppe

BIANCHI GIULIA,ITALIA/CALABRIA

Silurate le liste civiche, il solo strappo nel centrosinistra si è verificato in Calabria. Nella lista «Codacons-Verso il partito democratico» sono infatti confluiti i dissidenti della Margherita legati al presidente della regione Agazio Loiero, e non solo loro. La lista è stata presentata sia alla camera che al senato ed è collegata al candidato presidente Romano Prodi. Alla camera il capolista è l'assessore regionale all'agricoltura Mario Pirillo, fedelissimo di Loiero per il quale si chiedeva un posto nella lista unitaria dell'Ulivo. Al secondo posto il presidente della provincia di Reggio Calabria Giuseppe Gentile (Margherita). Al Senato guida la lista l'ex presidente forzista della provincia Pietro Fuda, ora vicino alla Margherita; secondo è il consigliere regionale Piero Amato, anch'egli vicinissimo a Loiero. Oltre alla Calabria, dove raccoglie appunto gli effetti della tensione nella Margherita, la lista del Codacons sarà collegata a Prodi anche in altre circoscrizioni. In prima fila anche l'ex sindaco di Cosenza Eva Catizone (la cui giunta è caduta lo scorso 17 gennaio affondata dalla stessa maggioranza di centrosinistra) e Vittorio Sgarbi.

I dissensi interni all'Ulivo - più che alla coalizione - sono stati comunque limitati al solo caso calabrese. Nei giorni scorsi è infatti stata disinnescata la miccia della liste civiche. La Margherita in particolare ha osteggiato in ogni modo l'ipotesi di presentazione delle liste civiche (in Friuli, Lombardia, Piemonte e Lazio), in quanto avrebbero fatto concorrenza proprio al partito rutelliano. In cambio i gruppi ulivisti hanno ottenuto la promessa di visibilità e poltrone nella tornata amministrativa che si svolgerà dopo le politiche.

A questo proposito il leader dell'Unione Romano Prodi chiede «al governo di fissare la data per il primo turno delle elezioni amministrative non oltre il 14 maggio», caldeggiando l'ipotesi del 30 aprile. Anche perché, se i tempi si allungassero, la data del turno di ballottaggio rischierebbe di accavallarsi con quella del referendum costituzionale sulla devolution, costringendo quindi a farlo slittare a ridosso di luglio a esclusivo scapito della partecipazione.

Salvo poche eccezioni, le candidature dei partiti del centrosinistra sono state definite già nei giorni scorsi. La qual cosa ha esaurito quasi tutte le curiosità al riguardo.

A Prodi rimane il grande rammarico di non essere riuscito a portare in parlamento una pattuglia consistente di fedelissimi. Con il proporzionale, infatti, il margine di seggi di differenza tra l'eventuale maggioranza e le opposizioni si è assottigliato di molto, e a svantaggio soprattutto delle figure estranee alle dinamiche di partito. Anche nei maggiori partiti, però, Ds e Dl in particolare, il prezzo pagato alla riforma elettorale è stato alto. Allo stesso tempo le leadership - Fassino e Rutelli - si sono occupate soprattutto del loro rafforzamento nei gruppi parlamentari.

Soprattutto nei Ds, la composizione delle liste è stata un forcing da parte del segretario, che ha alquanto irritato i nemici storici, ma combattenti affiatati, D'Alema e Veltroni. Il correntone ha invece difeso strenuamente la propria quota percentuale. Da fuori, la Cgil non vede invece di cattiva luce le liste Ds. Nonostante la predilezione per la Uil spesso rimproverata a Fassino (la Quercia schiera gli ex leader Larizza e Benvenuto), saranno in parlamento Paolo Leon e Titti Di Salvo in quota correntone, Teresa Bellanova e Giorgio Roilo per la maggioranza. In generale il sindacato di corso Italia è abbastanza soddisfatto della rappresentazione del lavoro nel prossimo parlamento. Con Rifondazione si candida infatti per essere eletto Maurizio Zipponi. Con il Pdci hanno possibilità Fernando Pignataro e Giovanni Pagliarini.

Dalla prima repubblica torna Salvo Andò. Ex craxiano di ferro, l'ex ministro accende scontri tra stato e chiesa. Andò è infatti rettore dell'ateneo di Enna nonché docente dell'università San Pio V, ruolo che mal si concilia con la candidatura sotto le insegne laiche della Rosa nel pugno.

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