CULTURA

Petrolio e sangue a New Orleans

MAZZETTA FRANCESCO,USA

Dave Robicheaux è sempre più un sopravvissuto. Sopravvissuto al Vietnam, a due mogli, alla figlia, all'alcolismo, al negozio di esche (lasciato al vecchio socio e amico nero Batist), all'incendio della casa, al licenziamento da parte della polizia di New Orleans, alla promozione della ex collega Helen Soileau a capo del distretto di New Iberia. Alla fine del nuovo romanzo a lui dedicato da James Lee Burke, Ultima corsa per Elysian Fields (Meridiano Zero,pp. 377, E 15,50) si ritrova pure mandato a spasso da quest'ultimo, con la collega di una volta che gli chiede la restituzione del distintivo. Questo perché Robicheaux è sempre rimasto fedele a se stesso e a un'idea di giustizia che non si ferma di fronte alle convenienze politiche o economiche. In ciò unico compagno fedele è l'amico Clete Purcel, ancora più deciso di lui a tirare dritto e a stritolare come uno schiacciasassi criminali e approfittatori. Ma, a differenza di Clete, Dave sa che per districare le trame criminose non è sufficiente pestare a sangue magnaccia e pedofili e che il marcio vero si nasconde dietro uno schermo di prosperità e rispettabilità intoccabili. Tutto inizia col pestaggio di un prete cattolico - Jimmie Dolan - amico di Dave e attivista di cause civili. Il responsabile potrebbe essere Fat Sam Figorelli, mafioso di New Orleans che prospera sulla produzione pornografica, ma Dolan si è distinto anche per le proteste organizzate contro la discarica dei residui della lavorazione del petrolio, nei terreni abitati dalla popolazione nera. E qui a essere chiamato in causa è Merchie Flannagan, dirigente di un'azienda petrolifera con commesse in Afghanistan e in attesa di nuovi profitti dalla guerra in Iraq (il romanzo è del 2003), genero di Castille LeJeune, stimato membro della locale aristocrazia terriera decorato in Corea, marito di Theodosha, con cui Dave ha avuto una relazione in passato. Nonostante la situazione sia già complicata, ulteriori elementi vanno a infittire la trama. Elemento uno: la nipote di un famoso bluesman nero morto nel carcere di Angola sostiene che il terreno usato come discarica è in realtà il suo e che LeJeune e Flannagan l'hanno ottenuto con la frode. Elemento due: tre ragazze minorenni si schiantano con l'auto contro un albero e muoiono bruciate dopo aver acquistato illegalmente alcolici in un chiosco di proprietà della compagnia di LeJeune/Flannagan. Elemento tre: un killer professionista, ex militante dell'Ira, viene assoldato per eliminare padre Dolan. Elemento quattro: Theodosha ha un ritorno di passione per Dave. Robicheaux deve ancora una volta sbrogliare l'intricata matassa, pestando piedi e commettendo errori, causando la morte di persone e rischiando di perdere lui stesso la vita. E come mai prima Dave è tentato di tornare all'ingannevole consolazione della bottiglia. Eppure, nonostante gli sbagli, il biasimo di amici e colleghi, Dave riesce a ricostruire il disegno di interessi che nascono dal passato schiavista del sud degli States e rendere giustizia agli oppressi di sempre, in questo caso alla memoria di un musicista nero che aveva creduto che la musica avrebbe potuto dargli dignità pari a quella dei bianchi. E i pensieri di Dave - nel momento in cui pensa di non avere scampo - sono il miglior ritratto, innamorato e realistico, degli Usa: «Pensai al paese in cui ero cresciuto e per cui avevo combattuto come soldato e come agente di polizia. Era il miglior paese del mondo (...) un luogo grandioso e fantastico in cui vivere, per cui valeva la pena di combattere, come avrebbe detto Hemingway. Thomas Jefferson lo sapeva, e lo sapevano anche Woody Guthrie, Dorothy Day, Joe Hill, Molly Brown e i sindacati. (...) E al diavolo tutti i politici e i capitani d'industria che ingigantivano i tiranni del Terzo Mondo in modo da inculcare la paura nei loro elettori in America. L'America era sempre l'America, il paese che tutto il mondo tentava di emulare, in cui il rock e le poesie beat di Kerouac sarebbero sopravvissuti a tutti gli interessi veniali che la minacciavano». Oggi però rock e poesie sembrano sopravvivere desolatamente sole ma indomite come il nostro Dave.

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