Non sarebbe stata l'Unione se non fosse cominciata con qualche crepa. Con Romano Prodi per presentare il programma elettorale del centrosinistra questa mattina non ci saranno quindi né la Rosa nel pugno né le foglie d'Edera repubblicana. Doppia diserzione dalla ristretta platea del teatro Eliseo di Roma in univoco dissenso sui temi della laicità dello stato, cioè dell'esclusivo sostegno alla scuola pubblica, e dei diritti civili. Doppia puntura di antidoto rispetto alle velenose pretese moderate e confessionali continuamente avanzate dalla Margherita. Un'iniezione polemica, insomma, che tuttavia non sottrae forze all'alleanza. Dato che sua la rosa nel pugno che i Repubblicani confermano la scelta di campo. «Prodi è il nostro programma», firma Emma Bonino dal palco del convengo organizzato ieri dai radical-socialisti proprio sul temi della laicità. Il professore, per parte sua, assicura dalla piazzetta di Unomattina che i «dissensi su due punti» ci sono così come l'intenzione di perseguire il dialogo. Romano Prodi oggi sarà il solo a parlare nel corso della presentazione del monumentale programma unionista, che uscirà di tipografia solo questa mattina dopo le pignole revisioni fatte giovedì sera nel corso dell'ultimo summit con i leader (vertice abbandonato anche da Clemente Mastella per dovere di sant'uffizio stampa e propaganda).
Scenografia giallo vivace già scelto per la Fabbrica e il tir del professore (e con cui in un momento di creatività lo staff prodiano aveva proposto di incorniciare tutti i simboli della coalizione). Il centrosinistra comunque non ha voluto dar prova di grandeur. Per la presentazione del fascicolo programmatico si è scelta la platea «intima» dell'Eliseo: meno di mille persone con l'opzione di aprire in circuito chiuso anche l'adiacente piccolo Eliseo. Qualche video autocelebrativo; colonna sonora di cantautore (si parla di «La storia siamo noi» di De Gregori, della classica «canzone popolare» di Fossati e della classicissima «Nel blu dipinto di blu»); l'attrice Sandra Ceccarelli a fare da madrina.
Solo Prodi a fare da protagonista politico negli interventi dal palco. Anziché con gli altri leader il microfono dovrebbe essere riservato alle voci dal basso, secondo un rituale ormai un po' retorico. I segretari, invece, insceneranno la cerimonia di sottoscrizione del programma, stipulando una qualche promessa reciproca.
La Rosa nel pungo rimanda invece al pomeriggio l'illustrazione delle proprie priorità e dei distinguo dalla coalizione. A cui si dichiara fedelissima. «Ma l'Unione rifletta...», avverte Bonino. Ieri il leader dello Sdi Enrico Boselli ha parlato col professore ribadendo tutto il sostegno, ma senza nascondere gli aspetti critici.
I Pacs in primo luogo. Anche se di fronte ai guasti economico-sociali del paese «il programma del centrosinistra non fa perno sui Pacs», taglia corto il presidente Ds Massimo D'Alema su quelli che definisce «dettagli». Vantando di non dover subire ripetizioni in tema di laicità e diritti civili D'Alema ritiene che l'interesse degli elettori sia riguardi altro: «Se siamo in grado di garantire il lavoro, di difendere il potere d'acquisto dei salari contro l'aumento del costo della vita, di promuovere lo sviluppo economico - dice - Queste sono le grandi scelte del centrosinistra».
Anche per questo, però, se sulla tutela giuridica e sociale delle forme di convivenza il compromesso al ribasso può essere trovare spinte verso l'alto nel paese e in parlamento, è invece la scuola il punto più denso e difficile da dirimere. Una volta al governo, la questione dell'istruzione (scolastica) privata può finire per dividere non dalla Rosa ma da tutta la sinistra laica e radicale alla prima legge finanziaria. Il divario con l'impostazione culturale della Margherita e dello stesso Prodi su questo è profondo. E diverrà fondamentale l'atteggiamento della Quercia, dato il suo ruolo di partito di maggioranza della coalizione. Senza dimenticare - come ricorda il socialista Roberto Villetti - che proprio i Ds si sono prestati a fare da passepartout al finanziamento dell'istruzione privata attraverso l'escamotage del sostegno al diritto allo studio.