L'ORA SANTA

«Adozione per la nascita». Come ti cambio la legge 40

SOLDANO MONICA,ITALIA

E' stato approvato ieri, con un solo voto contrario, il documento del Comitato nazionale di bioetica che chiede l'adozione degli embrioni congelati e non utilizzati dalle coppie, con lo scopo di farli nascere. Il nuovo istituto, denominato Adozione per la nascita (Apn), è il frutto di un ragionamento rigoroso, che parte dal principio morale che equipara l'embrione alla persona umana fin dal concepimento. L'interesse o il diritto di questo a nascere per il Comitato nazionale di bioetica è, dunque, prioritario, tanto da giustificare una modifica della legge 40. Ed è così che, a pochi mesi dal referendum fallito, un consesso di saggi insospettabili, nominati e ben selezionati dal governo, riflette sulle imperfezioni della legge. «Non chiediamo una modifica del testo già in vigore», ha commentato il filosofo Francesco D'Agostino, presidente del Comitato nazionale di bioetica, «ma una integrazione da parte del legislatore». In sintesi, si vuole un maggiore rigore logico: per salvare gli embrioni congelati prima della legge, che non vengano utilizzati o richiesti dalle coppie infertili, tutte le coppie, anche quelle fertili e le donne sole, possono richiederne l'impianto con l'adozione. Il fine della nascita giustificherebbe, dunque, l'ampliamento dell'accesso anche in tutti quei casi in cui la legge 40 ha già detto no. Le incongruenze con il divieto di fecondazione eterologa sia maschile che femminile, poi, sembrano eclatanti, ma Francesco D'Agostino si difende: «Nella nostra proposta si tutelano due interessi, sia quello dell'embrione a nascere che quello di una coppia a farlo nascere, mentre nella fecondazione eterologa c'è unicamente il desiderio della coppia infertile a procreare e, sul piano etico, non è la stessa cosa».

Non ha partecipato alla discussione il ginecologo Carlo Flamigni, membro del Cnb, perché non ha accettato, fin dall'inizio, l'impianto del documento. Su cui dissente anche il bioeticista Mauro Barni: «Come giurista lo ritengo inaccettabile». Assenze diplomatiche, invece, quelle di Adriano Bompiani e Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita, che da pochi giorni rappresenta l'Italia anche nel Comitato europeo di bioetica. E che con questo documento avrebbe riportato una vittoria personale sui cattolici più intransigenti. Infatti, sia Bompiani che Maria Luisa di Pietro non avrebbero accettato la proposta dell'adozione degli embrioni, pur di non correre il rischio di farli morire nella fase dello scongelamento. Capitolo a parte sarà invece dedicato al tema dell'utilizzo delle cellule embrionali nella ricerca scientifica. Boicottata la richiesta della filosofa genovese Luisella Battaglia di collegare le due questioni. «Se gli embrioni sono persone, allora quando muoiono perché non donare le loro cellule, come accade per l'espianto di organi nei minori?», si chiede provocatoriamente.

Ma l'embrione muore? Secondo la letteratura se entro 24/48 ore dallo scongelamento lo sviluppo cellulare non prosegue regolarmente l'embrione non potrà mai essere trasferito nell'utero di una donna, né mai si evolverà in un feto, mentre nella ricerca di base anche una sola cellula prelevata da un embrione umano pre-impianto, pur inadeguato allo sviluppo, può darci informazioni utili. La pensa così Maurizio Zuccotti, professore associato alla facoltà di Medicina dell'Università di Parma e noto ricercatore in embriologia: «La stessa potenzialità non si riscontra negli embrioni animali. Le cellule embrionali umane, pur di cattiva qualità e inadatte allo sviluppo, sono estremamente preziose per i biologi».

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