POLITICA

Via libera alla lista unitaria con i Ds

BIANCHI GIULIA,ROMA

Via libera alla lista unitaria alla camera. Dopo mesi di contrasti interni, la Margherita ritrova l'unanimità sul documento conclusivo dell'assemblea federale di ieri. Il nulla osta alla lista unitaria con i Ds (e con Di Pietro, i repubblicani nonché altre personalità di matrice ulivista come Achille Occhetto) è ufficialmente ancorato al «traguardo del partito democratico», ma si accompagna anche alla decisione di concorrere autonomamente alle elezioni per il senato; per altro speculare all'analoga scelta da parte diessina. Lista unica sarà, dunque. Con annesso impegno a realizzare anche gruppi unitari nelle due camere, perorati ieri anche dal professore in una lunga intervista a Repubblica. Ma per quanto Francesco Rutelli abbia cercato di alzare il tiro fin dal momento del trionfo di Romano Prodi alle primarie attraverso il rilancio del partito democratico, la lista unitaria continua ugualmente ad avere il sapore strumentale del veicolo indispensabile per candidare il professore alla camera in ottemperanza al nuovo sistema elettorale proporzionale. Perché Rutelli continua a sospettare i Ds di intenzioni egemoniche non meno di quanto non facciano anche i prodiani della Margherita. E perché da parte loro i Ds continuano a ondeggiare tra la voglia del soggetto riformista e l'ancoraggio alla cultura socialista.

Proprio le primarie insegnano che il percorso può alla fine essere obbligato dalla misura del consenso elettorale. A parole, del resto, Piero Fassino scrive che «L'Ulivo non può essere solo un accordo elettorale». L'Ulivo per il leader Ds «deve essere un progetto politico: la costruzione di un soggetto, lo si chiami pure Partito democratico, purché sia riformista e progressista, che crei anche in Italia una forza che per ruolo politico, radicamento sociale e consenso elettorale assolva alla stessa funzione assolta da tempo in Europa da altri grandi partiti riformisti e progressisti». E la tappe di questo percorso per Fassino cominciano con i gruppi unici: «Poi una Fondazione culturale dell'Ulivo, una rivista dell'Ulivo e una'ttività di formazione politica comune».

Allo stato attuale, però, al di là dei proclami elettorali e della sincera persuasione dell'entourage prodiano, molti dei protagonisti della vicenda confidano in privato distinguo e scetticismo. I più sostengo insomma che la lista alla camera è «obbligata» dalle contingenze, ma che una volta passate le elezioni tutto tornerà come prima: si ritornerà cioè al tira e molla senza esito intorno al soggetto unico riformista tra Quercia, Margherita e altre siepi decorative. Il documento della Margherita, del resto, non parla di gruppo unico. Spiega infatti Rutelli che la proposta è quella di «uno strumento parlamentare unitario formato dai nostri gruppi nei due rami del parlamento», che necessiterà anche di «una modifica del regolamento parlamentare» in modo da «permettere a Prodi di aderire a questo gruppo e l'esistenza delle nostre componenti».

Resta il fatto che il professore è convintissimo. E che può nuovamente ottenere ragione dalle urne passando così sopra gli stati maggiori dei partiti. E' anche in quest'ottica che il documento di Rutelli ribadisce le condizioni nei confronti della Quercia, affermando che l'obiettivo del partito democratico va perseguito puntando a «sciogliere, in spirito di fattiva collaborazione con i Ds, i nodi culturali, di autonomia organizzativa e di collocazione internazionale». Ovvero il superamento della storica divisione tra socialisti e altre culture riformiste.

La Quercia fa ovviamente orecchio da mercante. Anzi, come dice Fassino, il modello preferito da richiamare sono i grandi partiti della tradizione socialdemocratica novecentesca. Perciò Massimo D'Alema interpreta a modo suo la decisione della Margherita di dare via libera alla lista unitaria. «E' un grande passo in avanti - dice il presidente Ds - Ma è interessante anche la discussione per avere gruppi parlamentari unitari». Secondo l'ex premier è in atto «un processo che si deve aprire e che configura il cantiere di una nuova forza riformista e democratica in Italia». Per questo anche le condizione poste da Rutelli vengono interpretate i positivo anziché come ultimatum. Anche se la verità probabilmente si potrà sapere e scrivere solo dopo le elezioni.

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