POLITICA

Tra Rutelli e Parisi pace elettorale e vecchi sospetti

MARGHERITA
BIANCHI GIULIA,ITALIA/ROMA

«Basta che non pretenda il giuramento come Muzio Scevola, perché qualcuno potrebbe bruciarsi la mano». Nella battuta del mariniano Beppe Fioroni all'indirizzo di Arturo Parisi è sintetizzata la tregua interna all'assemblea federale della Margherita. Oggi la riunione si concluderà con un voto unitario che aprirà la strada alla lista unica con i Ds. E tuttavia è l'approssimarsi delle elezioni che appiana divergenze pronte a riproporsi all'indomani del voto politico. Sull'onda del travolgente successo di Romano Prodi alle primarie - e della riforma elettorale in procinto di essere approvata - Francesco Rutelli rilancia infatti il via libera alla lista unitaria con i Ds alla camera, ma alzando il tiro con la proposta di gruppi federati nella prossima legislatura e con la prospettiva del Partito democratico. Un messaggio diretto ai Ds non meno che alla componente ulivista. Che da parte sua incassa l'apertura dell'ex sindaco di Roma, ma chiedendo un approfondimento ulteriore in chiave autocritica rispetto alla bocciatura del progetto riformista di pochi mesi or sono.

Rutelli mette in agenda «almeno tre grandi questioni»: la costruzione di un "approdo europeo ed internazionale che non comporti l'ingresso nelle attuali organizzazioni socialiste», di qui anche «il superamento delle culture e pratiche novecentesche del collateralismo» e «la necessità di far crescere un più accentuato pluralismo democratico nelle nuove forme organizzate della politica». Che in altre parole significa porre come condizione il fatto che il nuovo soggetto - partito democratico - non potrà essere a egemonia diessina, diversamente da quanto pensava di fare la Quercia attraverso il partito riformista e ancora agogna. «Si farà un partito democratico quando metteremo in comune le soluzioni a questi problemi», dice Rutelli, osservando che altrimenti, «non vi potrà essere rinuncia all'esistenza dei partiti e, per noi, del partito della Margherita». E da qui in poi il messaggio è indirizzato alla componente ulivista. Che infatti mantiene le proprie riserve. «La questione non è chiusa, anzi si è appena aperta», osserva il prodiano in seno alla Margherita. Che però non può che portare a casa la lista unitaria, e dunque annuncia di non avere intenzione di «alzare l'asticella». Perciò oggi l'opposizione si ricomporrà in un voto unitario con la maggioranza, ma rimanendo strutturata come componente interna.

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