Tutto fa «ben sperare sul convergere di Dl, Ds e di altre forze riformiste sul progetto che prevede la progressiva costruzione di un partito democratico: un progetto forte e concreto che nella prospettiva delle prossime elezioni e della prossima legislatura, si chiama Ulivo». Con una inusuale nota congiunta Romano Prodi e Arturo Parisi incassano i dividendi del successo alle primarie prima ancora che il retromarcia di Francesco Rutelli e Franco Marini sulla lista unitaria sia definitivamente sancito. La decisione ufficiale è infatti fissata per oggi, nel corso della direzione. Del resto, se attraverso la parola d'ordine del «partito democratico» Rutelli ha abbassato il ponte levatoio alla lista unitaria, non per questo i prodiani si sentono al riparo. Consapevoli che al giorno d'oggi le vittorie sono prevalentemente mediatiche e suscettibili di deperimento, il professore e i suoi fedelissimi puntano sul forcing per guadagnare altri due obiettivi: allargare le liste unitarie anche al senato e convocare l'assemblea federale della Margherita in modo da enfatizzare ancora di più la ritrattazione del leader. Non a caso la formula con cui Parisi si congratula per l'apertura al listone dagli studi de La7 è tagliente. Congratulandosi per il fatto che il presidente della Margherita ha proposto «il superamento» del partito, il leader della minoranza osserva che Rutelli «ha riproposto una proposizione che sulla bocca nostra era un annuncio di scissione: adesso è diventato un obiettivo di tutto il partito». E per questo gli ulivisti chiedono che il nuovo corso sia sancito dall'assemblea federale, massimo organo dirigente del partito. «Mi sembra inevitabile», osserva Parisi ricordando che «a maggio fu lo stesso organismo a sancire una linea radicalmente diversa».
Proprio l'atteggiamento rigido dei prodiani potrebbe riaccendere le tensioni interne ai Dl. Oltre a voler costringere Rutelli a un'autocritica da secolo scorso, l'area di obbedienza bolognese non rinuncia all'ipotesi di liste unitarie anche al senato, oltre a invocare garanzie affinché il percorso unitario non si riveli il solito escamotage elettorale. In vero, però, Dl e Ds non hanno ancora messo al lavoro gli esperti per capire con quale formula è meglio presentare la coalizione nella corsa per palazzo Madama. Perché in linea di massima, per quanto riguarda la distribuzione degli ultimi seggi di ogni regione, il sistema proporzionale con i quozienti favorisce le forze piccole che superano il quorum.
Tuttavia è praticamente sicuro che l'opposizione interna questa volta voterà il documento che Rutelli presenterà in direzione. Se non altro perché Romano Prodi ha già assecondato la posizione del leader e quelle gemella dei Ds, ribadita ieri da Piero Fassino: «Condividiamo e accogliamo la proposta di Prodi per la lista unitaria dell'Ulivo alle elezioni del 2006 - dice il leader Ds - Una scelta non solo elettorale, ma il primo passo nella costruzione di un nuovo soggetto politico riformista». Addirittura in casa diessina si alimenta già il fuoco dei gruppi ulivisti. Anche se serve la liberatoria sul simbolo dello Sdi, prima lasciato alla deriva dall'accantonamento del listone e ora impegnato con i radicali.
Il via libera della minoranza alla relazione di Rutelli può comunque rinforzare il fuoco sotto la pentola della Margherita. Parisi parla infatti esplicitamente di «possibilità di riunificarci». E se i prodiani dovessero infatti emanciparsi della condizione di minoranza (conteggiata al 20 per cento) questo dovrebbe significare anche riaprire la negoziazione per i posti nel gruppo dirigente oltre che per la quota parlamentare.