Tocca al ministro delle comunicazioni Mario Landolfi l'ingrato compito di controbattere alle preoccupazioni di Romano Prodi legate al fatto che il presidente del consiglio Silvio Berlusconi esercita oggettivamente un controllo sulla tv di stato e sulle reti Mediaset che rientrano nel suo patrimonio familiare. Il professore aveva appuntato il suo disappunto su un sondaggio reso noto durante Matrix di Enrico Mentana, e che indicava i due poli in sostanziale di semi-parità. L'offensiva del professore è in realtà di natura preventiva: Prodi vuole alzare al massimo il livello di attenzione sull'atteggiamento dei media in vista della campagna elettorale per le politiche; inoltre il leader dell'Unione vuole anche cautelarsi rispetto al presenzialismo di cui godono i principali alleati (da Rutelli a Fassino) grazie alle buone entrature nel servizio pubblico. La preoccupazione principale riguarda comunque l'influenza del cavaliere su tutti e due i campi del duopolio televisivo nazionale. «Prodi? - replica perciò Landolfi - Mi sembra molto nervoso in questa fase. Tanto nervoso da censurare una trasmissione per il semplice fatto di aver dato un sondaggio che non vede l'Unione staccata di molti punti dalla Cdl». E siccome la miglior difesa è sempre l'attacco Landolfi aggiunge: «C'è una fiction nel nostro paese, soprattutto negli ultimi tempi, mi riferisco a Montalbano e perfino a quella sul Grande Torino, che trasuda comunismo, e questo mi pare che sia sotto gli occhi di tutti».
Il centrodestra non sembra comunque intenzionato ad affrontare Prodi sul terreno imbarazzante del monopolio televisivo. Perciò da An come da anche da Forza Italia si punta l'indice contro l'altro supposto monopolio, ovvero quello delle sinistre sulla cultura. Parole a cui replica il consigliere di amministrazione con la biografia rossa Sandro Curzi: il giudizio del ministro Landolfi sulla fiction Rai che trasuda comunismo «può essere accolto e seppellito con una risata», replica l'ex telekabul. Aggiungendo polemicamente che l'affermazione del ministro dovrebbe essere presa «seriamente in considerazione dal cda della Rai per compiere un serio esame dello stato dei rapporti con il potere politico». Proposito, quest'ultimo, che non farebbe certo: soprattutto alla qualità dei prodotti Rai.
La controreplica dell'Unione è invece affidata al responsabile dell'informazione per le primarie, Giuseppe Giulietti. «Reazioni sdegnate e un pò ipocrite - dice - che appaiono del tutto fuori luogo». Se non altro perché le osservazione da parte dell'Unione «sono state assai più garbate e misurate di quanto è stato scritto nelle relazioni del parlamento europeo e nelle relazioni di tutte le associazioni internazionali che si occupano di libertà dell'informazione». Perciò, invoca Giulietti, il centrodestra farebbe meglio a eliminare «da subito le liste di proscrizione già in vigore nell'informazione».