«Con questa lettera pongo fine alla mia appartenenza al partito socialdemocratico tedesco. Non mi è facile compiere questo passo dopo 35 anni di militanza. Per molti anni ho vissuto e lottato con la Spd e ad essa ho legato molte speranze. Queste speranze voi le avete smantellate». Così la lettera inviata alla presidenza del partito da Ullrich Maurer, non un iscritto qualsiasi, ma uno dei più eminenti rappresentanti della generazione dei sessantottini che oggi dirige il partito, presidente della sua organizzazione in un grande Land come il Baden Wuertemberg e a lungo membro della segreteria federale (il presidum). Adesso è lì sul palco del comizio della Linke-Pds e, assieme a Oscar Lafontaine, arringa i quasi duemila ascoltatori che si sono radunati sulla piazza del Mercato: molti giovani, moltissimi operai ( parecchi di origine italiana), non tutti già conquistati al nuovo partito, ma curiosi di sentire cosa dicono due leader prestigiosi che hanno avuto le redini della Germania nelle mani e adesso sono alle prese con le durezze di una militanza per ora extraparlamentare, fianco a fianco ai gruppi operai di base, così come agli ex comunisti della Rdt.
Maurer, i vecchi del manifesto sanno bene cosa vuol dire trovarsi improvvisamente fuori da un grande partito nel quale per decenni ci si è identificati. Come hai preso la decisione?
La goccia che ha fatto traboccare il vaso sono state le elezioni nella Rhenania Westfalia. Già allora scrissi la mia prima lettera alla presidenza del partito per denunciare l'assenza di reazioni a una sconfitta senza precedenti: non l'ombra di una autocritica, nessuna riflessione, nessuna correzione alla linea seguita. Niente, solo avanti con l'Agenda 2010; e ora una campagna elettorale tutta centrata sulla necessità di portare avanti quelle disastrose riforme. E questo di fronte a un bilancio catastrofico: quasi tutti i Länder perduti a favore della Cdu-Csu; il 40% dell'elettorato del 1998 spinto all'astensione; un quarto degli iscritti sparito. Alla mia lettera non hanno nemmeno risposto.
Nel partito non c'era davvero più nulla da fare?
C'è una sinistra e io ne sono stato il portavoce nella presidenza del partito per molto tempo. Ci siamo pronunciati contro molte decisioni che sono state assai controverse: la partecipazione alla guerra nel Kosovo; l'esenzione dalle tasse per chi vendeva e comprava branche delle società nel tentativo, idiota, di attrarre investimenti, e tante altre. Poi, al Congresso di Bochum, l'Agenda 2010, sulla quale Schröder ha messo il peso della fiducia, ricattando il partito con la necessità di non indebolire il governo. Il fatto è che arriva un momento in cui non c'è più niente da fare, perché non si tratta nemmeno più del cancelliere o del vertice: è il corpo stesso dell'organizzazione che si è ammalato. Nella Spd da tempo non c'è più discussione, non ci si confronta più sul programma. Il partito patisce ma resta seduto: i giovani migliori se ne vanno, i più anziani si rassegnano e prendono le distanze, attivi restano i carrieristi, una nuova generazione post post `68, che si definiscono «rete» , e «modernizzatori», che indossano vestiti di Armani e non hanno più niente in comune con la nostra base tradizionale. La chiamiamo «Medienburokratie», un modo di far politica che ormai si diffonde."
Eppure quando Müntefering è stato eletto presidente del partito e si è sentita nuovamente una critica alla globalizzazione e al capitalismo quale oggi è, qualche speranza di svolta era nata.
Müntefering è un mio vecchio amico e so che la pensa come me. Ma è un uomo d'ordine, uno che sente il dovere di assolvere una funzione di servizio, non farebbe mai qualcosa che mette in discussione il partito. Dopo le elezioni in Renania Westfalia abbiamo parlato assieme per due ore e gli ho detto: guarda che siamo a una svolta storica, ne va del futuro della socialdemocrazia nel nostro paese. Ma lui, appena Schröder, senza consultare nessuno, ha deciso di andare a nuove elezioni, si è messo al servizio.E' allora che mi sono detto «basta» e ho telefonato a Oskar dicendogli: vado via anch'io.
Come è stata accolta la tua scelta dai compagni del partito?
Dopo che ho rese pubbliche le mie lettere alla presidenza della Spd su Spiegel on line ho ricevuto centinaia di messaggi di incoraggiamento e così ho trovato l'energia per andare avanti.
Avete pensato subito a un accordo con la Pds?
Sì, abbiamo subito deciso che occorreva mettere in contatto la Wasg, il movimento per una alternativa elettorale che si era sviluppato nell'ultimo anno a ovest, con la Pds. Da una parte e dall'altra c'è stata discussione, ma poi l'80% degli aderenti delle due forze si sono dichiarati d'accordo con la scelta. Io stesso quando il portavoce della Pds è venuto a propormi di essere candidato qui nel Baden Würtemberg sono dovuto passare all'esame dei congressi di questo partito e confrontarmi con altri tre candidati che provenivano dalle loro fila. Ma poi mi hanno accettato.
Non temi che come in tante altre simili situazioni contro di voi venga fatto pesare il ricatto del voto perduto?
No, perché la Spd è perduta comunque e nessuno vuole votare per un perdente. In realtà solo un nostro successo può impedire alla Merkel di dar vita alla sua coalizione nero-gialla, con i liberali. La destra l'ha capito e infatti mentre prima ci accarezzava in quanto forza di disturbo della Spd ora ci attacca ferocemente.
Questo apre però la strada alla «grande coalizione» Spd-Cdu.
Se ci sarà, una parte del partito uscirà dalla Spd e verrà con noi. E meno male che così ci sarà un'opposizione. Anche se noi non abbiamo un'alternativa di governo da presentare, possiamo svolgere un ruolo importante di condizionamento. Già lo stiamo esercitando versoi sindacati. E forse, alla lunga, potremo dare una mano anche alla sinistra Spd e mettere in moto un processo che porti a una coalizione rosso-rosso-verde.Ma prima se ne vedranno di molto brutte.
Ma dall'alleanza fra Wasg e Pds, così diverse per cultura e esperienza, riuscirà a nascere un partito stabile?
Sono ottimista. Da noi a ovest c'è una frangia estremista, a est una frangia di nostalgici della Rdt. Ma il grosso funziona. Dipenderà molto anche da quello che accade alla sinistra nel resto d'Europa.