CULTURA

Un Sinodo per parlare del mondo

TOURN FEDERICA,ITALIA/TORRE PELLICE

Il Sinodo delle chiese valdesi e metodiste lo scorso anno si era chiuso con una sincera e sofferta ammissione della crisi in atto nel protestantesimo storico italiano, costretto a registrare una perdita di fedeli - oggi sono circa ventimila, fra valdesi e metodisti - e con un necessario riprendere le fila della propria vocazione. Quest'anno quella riflessione è stata ripresa in apertura del Sinodo attuale, con un culto centrato sul modo migliore di essere discepoli di Cristo: «per seguire Gesù - ha voluto sottolineare il predicatore, il pastore metodista Giovanni Anziani - bisogna abbandonare se stessi e accettare di trasformare la propria vita». Il guadagno sta, per il cristiano, nel perdere tutto per amore dell'evangelo, così come la sua forza sta nella debolezza. Si rivelano allora inconsistenti i progetti basati sull'esaltazione della vittoria, del successo e della conquista, e alle tentazioni di potere vanno opposte la giustizia e la pace. È una esortazione, questa, che mira al cuore della discussione - iniziata ieri pomeriggio e prevista fino a venerdì - sui grandi temi della globalizzazione, della disparità economica e sociale dei popoli, dei diritti umani e della distruzione dell'ambiente. Questioni già anticipate della XXIV assemblea dell'Alleanza Riformata Mondiale che si è tenuta un anno fa in Ghana e che saranno il centro della prossima assemblea generale del Consiglio ecumenico delle chiese (che rappresenta seicento milioni di cristiani protestanti e ortodossi) in agenda per il prossimo febbraio a Porto Alegre, in Brasile. Si parlerà anche di Aids, una priorità di impegno non più procrastinabile: è all'ordine del giorno la partecipazione di valdesi e metodisti - grazie ai fondi dell'otto per mille - a Churches and business against Aids, un importante progetto delle chiese evangeliche tedesche per la lotta a un flagello che mina le radici stesse, umane ed economiche, dell'Africa. Quest'anno ricorre anche il trentennale del patto di integrazione che nel 1975 unì la chiesa valdese e quella metodista con l'intento, nel rispetto delle diverse identità, di portare avanti un comune percorso di fede. A discutere problemi, scelte e orientamenti per l'anno che viene sono stati convocati 180 membri con diritto di voto da tutta Italia, pastori e laici in numero uguale, a cui si aggiungono come osservatori numerosi ospiti, rappresentanti di diverse chiese evangeliche e organismi ecumenici dell'Europa, degli Stati Uniti e dell'Africa. Fra questi, il pastore Joseph Mfochive, presidente della Chiesa evangelica del Camerun, per la prima volta al Sinodo, e il presidente della Chiesa evangelica della Renania, il teologo tedesco Nikolaus Schneider, reduce dall'incontro con il papa a Colonia, in occasione della Giornata mondiale della gioventù. Dal mondo all'Italia, le chiese valdesi e metodiste si stanno occupando anche del crescente impoverimento del nostro paese e dello smantellamento dello stato sociale, grazie anche al supporto concreto dell'otto per mille, che oggi ha raggiunto, con le entrate dei fondi del 2001, i cinque milioni e duecentomila euro, settecentomila euro in più rispetto all'anno precedente.

Ma ancora una volta il Sinodo si troverà a dover fare i conti con i postumi della lunga malattia che ha afflitto e travagliato le sue chiese: la cessione alla regione Piemonte degli ospedali valdesi presenti sul territorio, diventati troppo onerosi da mantenere: resta tuttavia l'impegno della comunità perché degli ospedali non si perda la «specificità valdese», una responsabilità tanto più importante ora che deve essere assunta dall'esterno. Dal confronto dei prossimi giorni è probabile che non saranno esenti temi caldi, primo fra tutti quello relativo alla recente dichiarazione di papa Benedetto XVI sulla necessità di tenere il crocefisso nei luoghi pubblici, e dopo l'incontro di Colonia, quello relativo alla temperatura attuale del cammino ecumenico. Netto a questo proposito il moderatore: «Guardiamo con una certa perplessità a un papa che ha promesso l'indulgentia plenaria a chi partecipava alla Giornata mondiale della gioventù: la più bieca amministrazione della grazia nella terra di Lutero. Abbiamo l'impressione di avere davanti un teologo di una certa statura ma estremamente ortodosso». Dopo che scadrà, quest'anno, nonostante siano passati solo cinque dei sette anni previsti dal mandato, il ruolo di moderatore ricoperto da Gianni Genre, è data come probabile l'elezione di Maria Bonafede, pastora valdese. Se passasse, venerdì in conclusione dei lavori dell'assemblea, sarebbe la prima volta che le chiese valdesi e metodiste avrebbero una moderatora, e segnerebbe un passo significativo in una storia che da molti anni ormai ha aperto la strada alle donne pastore.



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