«Chi? Sonja Anticevic, la sarta? Avrebbe incassato due milioni di dollari con le azioni della Reebok. In America? Ma non è possibile! E' semplicemente ridicolo. Sonja è una pensionata, si è guadagnata la pensione lavorando come operaia sarta nella nostra ditta `Galeb' faticando alla macchina per cucire, eh!». E' la prima reazione di un operaio, interpellato dal giornalista, che tuttora lavora nella fabbrica di biancheria intima «Galeb» di Omis (Almissa), una cittadina dalmata che in questi giorni è assurta agli onori della cronaca, richiamando - insieme ai turisti ignari - anche folti gruppi di fotoreporter e giornalisti. Sonja Anticevic è stata accusata di insider trading, cioè diaver messo a frutto «informazioni privilegiate» acquistando a bassissimo prezzo azioni della Reebok per rivenderle a prezzo altissimo poco prima che la compagnia americana venisse ingoiata/acquistata dal gigante tedesco Adidas per la piccolezza di tre milioni di dollari. In tal modo la Anticevic avrebbe guadagnato illecitamente due milioni di dollari!
Ad Omis si racconta che un nipote dell'Anticevic, il figlio di sua sorella David Pajcin, residente negli Stati uniti da quando sua madre fuggì dalla Croazia nel corso della guerra civile, è impiegato presso la Borsa di New York. Sarebbe stato lui a sfruttare l'identità di sua zia nell'acquisto e vendita delle azioni, trasferendo l'enorme somma guadagnata sul proprio conto bancario. Sonja Anticevic, la zia di Omis, sostiene di essere completamente all'oscuro del fattaccio. Da una settimana la sua vita è un inferno, assediata com'è in casa dai giornalisti. Il suo nome è saltato fuori durante un controllo della gestione della Borsa. Ma la pensionata di Omis fa persino fatica a capire il significato di «azioni», «operazioni di borsa» e cose del genere. Per 40 anni ha soltanto cucito a macchina mutandine, reggipeti; ha sempre vissuto e vive più che modestamente.
Il presidente della Commissione per i titoli azionari del Governo della Croazia, il fiumano Miljenko Ficior, ha così commentato il caso: «Ammesso che Anticevic abbia acquistato le azioni alla vigilia del passaggio di proprietà della Reebok all'Adidas, rivendendole subito dopo con enormi guadagni, lo avrà fatto per puro caso, ignorando quel che sarebbe successo. La Commissione americana per la sicurezza e gli scambi (Sec) saprà certamente scoprire la verità». Qui in Croazia la signora Anticevic non ha mai acquistato finora una sola azione di nessuna società. Stamattina si svolgerà un'udienza sul caso a New York di fronte alla Corte della Sec.
«Io penso - ha dichiarato a sua volta Robert Motusic, direttore della società Sp Valori di Zagabria - che qualcuno abbia usato per proprio tornaconto il nome di Sonja Anticevic, o a sua insaputa o carpendone la buona fede». Tramite Internet, ha spiegato, chiunque può contattare gli operatori di borsa negli Usa e sotto qualsiasi nome vendere o acquistare azioni. Basta che il denaro per l'acquisto venga versato sul conto degli operatori che, a loro volta, versano il guadagno sul conto del cliente. La cui identità si scopre solo quando va a ritirare i soldi in banca.