REFERENDUM

Sorelle sul muro della legge 40

SOLDANO MONICA,ITALIA

Mara e Sandra, due sorelle con due storie parallele ed emblematiche. Mara si è sposata a 28 anni, Sandra a 25, entrambe avevano progettato una vita matrimoniale e volevano subito dei figli. Abitano addirittura nello stesso palazzo e ogni evento della loro vita nel bene e nel male viene condiviso. Mara, la più grande, a pochi mesi dal matrimonio resta incinta ma l'esito è un aborto spontaneo dopo dieci settimane. Passano alcuni anni e i test di gravidanza continuano a essere tutti negativi, così inizia il giro degli specialisti fino alla diagnosi inappellabile di sterilità: menopausa precoce, Mara ha appena compiuto 31 anni. «Non ci ho creduto subito, ho impiegato tre anni. Tre lunghi anni in cui ogni giorno sentivo che qualcosa dentro di me si stava spegnendo, era come se mi trasformassi. Passavo ore, muta davanti allo specchio senza provare più neanche il dolore. Mi sentivo tanto in colpa che avevo chiesto perfino a mio marito di lasciarmi». Alla fine Mara e suo marito decidono di mettersi in lista di attesa presso due centri di città diverse. Era il 2001: in Italia non c'erano leggi ma solo il codice dei medici e la circolare dell'85 del ministro della sanità. La fecondazione eterologa si pagava nei centri privati ma le donne donavano i propri ovociti senza lucro.

Un'attesa di sei mesi e un bel giorno Mara e suo marito sono partiti. «Siamo partiti subito, di notte - racconta - abbiamo preso un treno fino a Palermo. Ho tenuto il fiato sospeso per tutto il viaggio, non potrò mai dimenticarlo». Erano in lista di attesa per la donazione di ovociti e al primo tentativo di fecondazione in vitro la gravidanza ha avuto esito positivo. Mara ancora oggi, a distanza di quattro anni è molto emozionata: «La pancia ha cominciato a crescere e con lei la mia vita tornava». Una maternità bella ma impegnativa quella di Mara. Due gemelli che oggi hanno quattro anni, un maschio e una femmina, che giocano sempre insieme e puntualmente litigano. Mara oggi si sente una donna normale, è felice anche se ogni giorno fa i conti con tanto impegno fuori e dentro casa: «Anch'io come tutte le donne del mondo, combatto con il tempo che non basta mai. E come tutte le madri del mondo porto sempre le foto dei miei bambini con me e le mostro con orgoglio. Prima nel portafoglio, ora sul cellulare. E ogni volta che le mostro, tutti mi dicono che mi assomigliano molto. La bambina soprattutto ha due fossette sulle guance come le mie e gli occhi ridono come i miei».

Mara sembra aver rimosso il fatto che biologicamente quei bambini non hanno il suo patrimonio genetico ma davvero le sembra impossibile non sentirli come suoi. «Li ho sentiti crescere, giorno dopo giorno per nove mesi dentro di me, li ho allattati io».

Un segreto condiviso con la sorella più piccola che da pochi mesi ha però dovuto rivivere la sua stessa sorte. Anche lei ha una forma di menopausa precoce, è una sindrome rara, che ha cause genetiche ed ereditarie. Di certo né Mara né Sandra ne erano mai state al corrente, anche perché sono entrambe nate da una madre giovane che non aveva mai sospettato nulla.

Sandra oggi ha 29 anni, vive in Italia e a differenza della sorella non ha scelta. Condannata due volte da una legge che le nega ogni possibilità, Mara rivive con lei il suo dramma. «Mi trovo come davanti a un muro alto, di cemento - commenta - so che mia sorella è rimasta dall'altra parte. Mia sorella è più giovane di me, la vedo soffrire e non voglio. Non sono un politico e forse la mia spiegazione è un po' sciocca», ma ce la ripete: «Non voglio vedere mia sorella soffrire». Mara insiste e continua a dirci che questa non è una legge difficile da capire, bisogna solo guardare quello che fa alla gente e pensare che tra quelle persone possiamo esserci anche noi o le persone che amiamo di più. «Non basta, questo, davvero non basta?».

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