COMUNIT· GALERA

Comunità sedotte dal denaro

COMMENTO
GONNELLA PATRIZIO,ITALIA/CASTELFRANCO EMILIA

Negli Stati Uniti ci sono due milioni di detenuti, in Italia 56 mila. Negli Stati Uniti c'è la Three Strikes Law in Italia viene presentata la proposta di legge Cirielli-Vitali. Gli Stati Uniti gestiscono Guantanamo e Abu Ghraib, noi Sassari e Bolzaneto. Gli Stati Uniti fanno la war on drugs, il governo italiano presenta la proposta Fini sulle droghe. A New York Rudolph Giuliani diventa lo stratega della Zero Tolerance, in Italia il ministro Calderoli promette taglie a destra e a manca. In America c'è la Corrections Corporation, una multinazionale che da sola gestisce 67 mila detenuti, in Italia da ieri c'è San Patrignano. Da anni tentiamo di emulare il colosso Usa, ma fortunatamente ci riusciamo in modo grossolano. Il nostrano law and order è affidato ad un miscuglio politico-culturale che vede insieme Giovanardi e Castelli, Mantovano e Muccioli. A Castelfranco viene sperimentata una devoluzione di trattamento terapeutico per detenuti tossicodipendenti a un soggetto privato. La comunità di San Patrignano sarà pure un ente no profit ma è pur sempre un soggetto che risponde a logiche e richiami di tipo economico. Niente si fa per nulla. Nelle carceri italiane il trattamento penitenziario è affidato a educatori assunti con concorso pubblico. Si diceva qualche anno fa, ai tempi della Gozzini, che questa fosse una garanzia di pluralismo politico e culturale. Gli educatori sono coloro i quali devono assicurare il buon esito della funzione rieducativa della pena. Un educatore è giusto, quindi, che sia un funzionario pubblico, che non sia condizionato da ragionamenti di tipo lucrativo, che non abbia conflitti di interessi in corso. La sanità dovrebbe essere di competenza esclusiva del servizio sanitario nazionale, in base al principio della universalità del diritto alla salute. La riforma Bindi è rimasta parzialmente sulla carta. Non sappiamo bene cosa farà la Comunità di San Patrignano nel carcere emiliano. Probabilmente un misto di trattamento penitenziario e terapeutico, ossia ciò che per legge dovrebbe spettare a educatori pubblici e Servizi delle tossicodipendenze.

La vicenda di Muccioli, che segue quella di don Cesare Lodeserto, apre una riflessione sul ruolo complice del privato sociale rispetto a politiche illiberali, repressive, violative dei diritti umani. La lenta e progressiva trasformazione dello stato sociale in stato penale toglie spazio al welfare e a chi di welfare vive. Qualche anno fa un signore telefonò ad Antigone, diceva di essere un imprenditore interessato a gestire un carcere. Aveva saputo che Antigone si occupava di detenuti. Voleva sapere se eravamo interessati a presentare insieme un progetto all'allora Guardasigilli Fassino per la costruzione e gestione di un istituto penale, lui per la parte architettonica e noi per quella trattamentale. Gli raccontammo chi erano i fondatori di Antigone e che l'associazione nasceva sulle ceneri della omonima rivista che lottava contro la politica dell'emergenza negli anni del terrorismo. Non se ne fece nulla. C'è però sempre qualcuno, nel variegato mondo del terzo settore, pronto a rispondere alle lusinghe del denaro.

* Antigone

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