CAPITALE

Dieci idee per una economia diversa

LA CONTROCERNOBBIO
LUCCHI CRISTIANO,PARMA

Da Parma arriva il «Decalogo per l'economia diversa». A proporlo è la Campagna Sbilanciamoci! a chiusura del Forum «L'impresa di un'economia diversa», che ha visto impegnate circa 90 realtà della società civile organizzata del nostro paese e la partecipazione di oltre mille persone, oltre ospiti di rilievo. «Alle prescrizioni del neoliberismo e di un modello di sviluppo fondato sul profitto e la centralità del mercato che ogni anno giungono dal workshop di Cernobbio opponiamo le nostre alternative», ha dichiarato Giulio Marcon a nome delle organizzazioni di Sbilanciamoci!. «Per noi - spiega Marcon - sono centrali la promozione del welfare e la tutela dei diritti, l'uso della leva fiscale per la coesione e la solidarietà sociale, la difesa dei beni comuni, la sostenibilità di un modello fondato sulla giustizia e la solidarietà, un'economia partecipata basata su esperienze in crescita e i cui principi sono sempre più condivisi dai cittadini: la finanza etica, il commercio equo e solidale, il turismo responsabile, il software libero, il consumo critico».

Partendo da un'opposizione netta all'attuale legge Finanziaria che, oltre a tagliare il welfare, non consente l'utilizzo della leva fiscale per uno sviluppo sostenibile, Sbilanciamoci! propone un rafforzamento del criterio di solidarietà fiscale con la reintroduzione dell'imposta sulle successioni e le donazioni, l'aumento dell'aliquota per gli scaglioni di reddito più alti, la tassazione della rendita e delle speculazioni finanziarie. Per Sbilanciamoci! è necessario inoltre introdurre alcune di tasse di scopo: sulle armi e sull'acqua imbottigliata, sul tabacco e sulle emissioni di Co2, per orientare in modo virtuoso i consumi a favore della pace, dei diritti e di forme di energia pulita e rinnovabile.

Un capitolo a parte è dedicato agli enti locali e al loro ruolo fondamentale nell'indirizzare le politiche fiscali dal basso. Sempre per Marcon infatti «le democrazie locali, come i nuovi municipi o le esperienze dei bilanci partecipativi, sono fondamentali per elaborare scelte di utilizzo della spesa pubblica che coinvolgano i cittadini e la società civile organizzata». Solo così è possibile costruire dal basso un welfare dei diritti. Per questo vogliamo anche tutelare gli strumenti e le risorse degli enti locali perché possano garantire l'erogazione di servizi sociali in campo assistenziale e sanitario. In questo contesto, continua Marcon, sarà più semplice promuovere e sviluppare le pratiche alternative che stiamo già sperimentando con successo. Basti citare i Distretti di Economia Solidale, i Bilanci di Giustizia, i Gruppi di Acquisto Solidale, il commercio equo, ma anche la responsabilità sociale delle imprese.

Dal Forum «L'impresa di un'economia diversa» arriva inoltre un invito al sindacato per lavorare insieme nel tentativo di rovesciare le politiche che erodono i salari e disintegrano il sistema pensionistico. Un'alleanza per i diritti utile a contrastare anche le politiche neoliberiste delle grandi istituzioni sovranazionali e riaffermare le prospettive di sovranità dei paesi in via di sviluppo. Tra le proposte di Sbilanciamoci! non poteva mancare un forte impegno per smilitarizzare l'economia. Per sovvertire la logica «se vuoi la pace prepara la guerra», con la pratica del «se vuoi la pace costruisci la giustizia», gli obiettivi sono la riduzione delle spese militari, la riconversione dell'industria bellica e il rilancio della cooperazione allo sviluppo, con il dovere, conclude Marcon, di «sganciarsi dalla politica estera e militare italiana, senza commistione e strumentalizzazione nell'uso dell'aiuto pubblico allo sviluppo per la copertura di interventi umanitari e politica di guerra».

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