VISIONI

Lacrime e sorrisi

CINEMA
SILVESTRI SILVANA,ITALIA

Silvana Jachino, diva dei «telefoni bianchi» è scomparsa a 88 anni, in una casa di cura di Morciano di Romagna. La sua bionda presenza evocava le romantiche commedie degli anni quaranta fatte per dimenticare la crescente tragedia che ci scaraventava nella guerra e gli intrecci un po' astrusi e surreali degli anni trenta, film d'esordio Fiordaliso d'oro di Gioacchino Forzano del `36. Appare appena dopo nel cast del Corsaro Nero di Amleto Palermi tratto dall'amatissimo Salgari, girato su autentiche navi, folgorando subito l'acida critica dell'epoca che si inteneriva suoi «occhi stellanti» e quindi lavorava con un regista dell'avanguardia francese, Jean Epstein (Cuor di vagabondo) per tornare ai set in costume, musicali e alle commedie. Nella classifica generale delle attrici più amate dal pubblico in un sondaggio indetto nel 1940 dalla famosa rivista «Cinema» diretta da Vittorio Mussolini dove scriveva tutta l'intellighenzia cinematografica da De Santis a Antonioni, compare ai primi posti delle preferenze (Jachino quindicesima, prima Assia Noris seconda Alida Valli, come tra gli attori Amedeo Nazzari, Fosco Giachetti, Vittorio De Sica sidimostravano i beniamini del pubblico). Nel panorama completo delle dive creato a coprire una vasta gamma di ruoli femminili Silvana Jachino non aveva una presenza inquietante, nè morbosa, nè spavalda. Interpreta in genere principesse, fidanzatine e ballerine come si addiceva al suo fisico e come voleva il suo pubblico, elegante secondo i canoni delle attrici dell'epoca, nordica ma non algida, sorridente senza doppi sensi, preferibilmente in commedie sentimentali, canore o dialettali.

Nata a Milano, figlia del compositore Carlo, nipote di un ammiraglio della marina militare, la sua famiglia era in parte romagnola, suo nonno materno Robusto Mori fu il primo sindaco di Cattolica, dove l'attrice trascorreva le sue estati nella villa di famiglia, Villa Mori affacciata sul porto canale e poi diventata un Hotel. Si trasferì a Roma (e qui sarà sepolta) fin dagli inizi della sua carriera e lavorò a fianco di attori come Macario, Angelo Musco, Totò (San Giovanni decollato), De Sica e Nazzari, diretta da Sergio Tofano nel suo Cenerentola e il Signor Bonaventura ('42) e, nel dopoguerra da Alessandro Blasetti in Fabiola, Mario Mattoli in Eravamo sette vedove. Il film più famoso a cui partecipò nel dopoguerra è Giulietta degli spiriti, scelta da Fellini con un'altra celebre diva, Caterina Boratto. Negli anni cinquanta ha continuato a lavorare è nel cast di alcuni classici come La finestra sul Luna Park di Comencini, ma anche in melodrammi (Angelo bianco, Condannata senza colpa), in western come Degueyo e perfino in un film con Little Tony (Riderà) alcune volte accreditata come Susan Terry, per poi interrompere la sua attività negli ultimi trent'anni.

Del periodo della seconda guerra mondiale torna a far parte di un cast, ma come assistente alla regia della seconda unità per Uomini Ombra girato nel `54 dal comandante De Robertis, il regista del documentario che anticipò il neorealismo Uomini sul fondo , film di spionaggio interpretato da Giorgio Albertazzi ambientato nella seconda guerra mondiale dove l'intelligence italiana beffa quella inglese.

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