MONDO

Rigoberta Menchù diventa «ministro»

GUATEMALA
BERETTA GIANNI,GUATEMALA

A sorpresa il presidente Oscar Berger, insediatosi la scorsa settimana in Guatemala alla presenza di Jeb Bush, fratello dell'inquilino della Casa bianca, ha offerto alla Nobel per la pace Rigoberta Menchù il posto di «ambasciatrice di buona volontà degli accordi di pace» nel suo nuovo governo. E Rigoberta, apprezzando «la prima proposta di incarico da parte delle autorità guatemalteche in 12 anni», da che nel 1992 ricevette il nobel, ha risposto di sentirsi «onorata di poter mettere a disposizione del mio paese tutti i miei contatti di amicizia con tanti popoli della terra». L'accordo è maturato in una riunione fra Rigoberta e le nuove primeras damas del paese centroamericano: la moglie del presidente Wendy de Berger, e la consorte del suo vice Eduardo Stein, Myrna de Stein, che, hanno altresì sottoscritto una collaborazione fra la «Segreteria per le opere sociali», retta dalla signora Berger, e l'organizzazione di donne Moloj fondata da Rigoberta. Il conservatore Berger pare dunque cominciare con il piede giusto, anche se lui stesso ammette di essere interessato alla Menchù «come persona ideale che può mostrare al mondo i cambiamenti che siamo intenzionati a promuovere». Berger, leader della Grande alleanza nazionale (uno dei partiti della destra moderata) si è affermato con l'appoggio della confindustria locale (di cui è un associato) e dell'elettorato urbano. Aveva già lanciato un segnale incoraggiante nella campagna elettorale scegliendosi come vice Eduardo Stein, prestigioso intellettuale vissuto in esilio volontario durante la repressione, e già ministro degli esteri di Alvaro Arzù (oggi neosindaco di Città del Guatemala). A Stein, in quanto vicepresidente, è affidata le gestione socio-economica del governo. Non c'è da aspettarsi miracoli, ma l'imprenditoria locale, penalizzata duramente dal caos generato dal governo populista uscente di Alfonso Portillo e dell'ex generale Rios Montt, pare aver inteso che il paese non può continuare sulla strada della dissoluzione istituzionale e della povertà estrema. Di qui la mobilitazione retoricamente decretata da Berger di polizia ed esercito contro la criminalità, di cui sono rimasti vittime due cittadini Usa guarda caso alla vigilia del suo insediamento; anche se Berger farebbe meglio a limitare presto alla difesa delle frontiere le prerogative costituzionali dei militari, nefastamente impiegati da sempre per garantire l'ordine pubblico. Ma è Eduardo Stein l'artefice del coinvolgimento di Rigoberta Menchù, così come fu lui a convincere Alvaro Arzù agli accordi di pace con la guerriglia del dicembre 1996, disattesi da Portillo, e la cui applicazione la Nobel indigena dovrebbe rilanciare. Il nuovo governo si aspetta così un rinnovato impegno della comunità internazionale, che elargì aiuti assai consistenti ad Arzù dopo la firma della pace. Anche Portillo cooptò subito nel suo gabinetto Edgar Gutierrez, ex braccio destro del vescovo Juan Gerardi, assassinato per il rapporto «Guatemala nunca mas». Gutierrez ne è uscito miseramente triturato. Non sarà il caso di Rigoberta. E comunque il connubio fra lei e Berger si misurerà presto sulla volontà del governo di favorire l'incriminazione di Rios Montt, ora privo dell'immunità parlamentare e denunciato dalla Nobel per genocidio.



Supporta il manifesto e l'informazione indipendente

Il manifesto, nato come rivista nel 1969, è sinonimo di testata libera, indipendente e tagliente.
Logo archivio storico del manifesto
L'archivio storico del manifesto è un progetto del manifesto pubblicato gratis su Internet e aperto a tutti.
Vai al manifesto.it