MONDO

Croazia al voto: verso una vittoria della destra?

ELEZIONI
SCOTTI GIACOMO,RIJEKA (FIUME)

Oggi la Croazia è chiamata alle urne per il rinnovo del Parlamento. La campagna elettorale si è svolta nel segno del fanatismo patriottardo dei simboli e slogan; dal centro all'estrema destra si sono sprecate le manifestazioni di fedeltà alla scacchiera bianco-rossa. I leader del centrosinistra, invece, pur essi avvolti nelle bandiere, hanno stabilito il primato di presenza ai riti inaugurali di nuovi tratti di autostrade, di nuovi impianti, perfino di ascensori. L'estrema destra si è sgolata a difesa degli «eroi» colpiti da mandati di cattura del tribunale dell'Aja per i crimini di guerra; ben tre liste di candidati riuniscono i reduci della «guerra patriottica», molti dei quali con le mani sporche di sangue innocente. L'Hdz, il partito che raccoglie l'eredità del defunto dittatore Tudjman promette di fare pulizia a tutti i livelli e in ogni settore della pubblica amministrazione, dell'esercito e della polizia per estromettere i funzionari nominati dal centrosinistra negli ultimi quattro anni. Il suo leader, Ivo Sanader, si è vantato di aver ottenuto l'appoggio dei governanti irlandesi e austriaci, del tedesco Stoiber e del premier italiano Silvio Berlusconi. La vera sinistra, peraltro debole, accusa, invece, il governo di Racan di aver tollerato nelle strutture più delicate dello stato la presenza di legioni di tudjmaniani e di aver mantenuto in vigore le leggi sulle privatizzazioni che permisero agli uomini di Tudjman di accheggiare il paese, di accumulare enormi ricchezze e consegnare la Crozia alla malavita.

Complessivamente i seggi in Parlamento sono 170, per essi gareggiano circa settemila candidati sotto le bandiere di una sessantina fra partiti, coalizioni di partiti e liste indipendenti. Alle minoranze serbe e italiane sono garantiti quattro seggi; le altre venti devono spartirsene quattro. Per il seggio garantito agli italiani è data per certa la rielezione dell'on. Furio Radin che da 12 anni rappresenta al Sabor di Zagabria i 35.000 connazionali dell'Istria, Quarnero e Fiume.

Secondo le previsioni, sono meno di dieci le forze politiche che supereranno la soglia del 5% ed entreranno in Parlamento: l'Hdz di Ivo Sanader, succeduto a Tudjman, che conquisterà il primo posto con largo distacco sul secondo, il Partito socialdemocratico del premier in carica Racan. Seguiranno i Popolari (Hns), i Contadini (Hss), i Nazional-liberali in coalizione con una frazione di ex accadizetini capeggiati dall'ex ministro degli esteri Mate Granic, i post-fascisti dell'Hsp e il partito regionalista Dieta democratica istriana. Non mancherà qualche sorpresa, forse quella del Partito dei pensionati o del Partito socialista operaio, sinistra radicale, entrato nell'agone per la prima volta.

Secondo un'indagine dell'ultima ora, nel nuovo parlamento le forze di destra (Hdz, Hsp, Hsls-Dc) avranno 73 deputati, contro i 67 dell'attuale coalizione governativa di centrosinistra. I voti della diaspora croata (specie dalla Bosnia) potrebbero fruttare altri 6 seggi per la destra, mentre gli 8 deputati delle minoranze andranno a rafforzare il centrosinistra. Questo scenario prefigurerebbe una vittoria risicata per 79 a 75 della destra. É anche possibile, però che gli indecisi (12 % fino e ieri) votino in maggioranza per la sinistra, e, in tal caso, l'attuale coalizione di governo potrebbe essere riconfermata.

Un fatto è certo: grazie ai cedimenti del centrosinistra nell'ultimo quadriennio, gli estremisti filoustascia di destra (Hsp) si sono rafforzati e pare passeranno da 4 a 9 deputati; sale anche l'Hdz. Il punto debole della destra si è rivelato l'accoppiata dei liberal-nazionalisti (Hsls-Dc), che sembra abbia perso metà dei suoi voti, mentre nel centrosinistra si sono rafforzati i liberaldemocratici (Libra e Ls) e i regionalisti (Ids, Pgs) dell'Istria e Quarnero. Nel centrosinistra però c'è l'incognita del Partito dei contadini (Hss), già di per sé destrorso, che potrebbe essere tentato di passare dalla parte dell'Hdz nelle trattative post-elettorali; in tal caso la destra governerebbe con una solida maggioranza e il centrosinistra non ce la farebbe neppure con l'appoggio delle minoranze nazionali.

Con la vittoria della destra il paese rischia di precipitare nel buio. Un secondo governo di centrosinistra dovrà affrontare un quadriennio ancor più difficile della prima legislatura post-tudjmaniana. Sulla Croazia, avviata alla ripresa economica, nella quale si è respirato più liberamente negli ultimi quattro anni, ma che ha subito forti condizionamenti e intromissioni della gerarchia ecclesiastica cattolica (i cui interventi nella campagna elettorale sono stati sfacciatamente a favore della destra conservatrice), pesano ancora molti problemi irrisolti: l'ambiguo atteggiamento verso le istituzioni internazionali e, in primis, verso il Tribunale internazionale dell'Aja; gli ostacoli opposti a un più rapido rientro dei profughi serbi; la mancata cattura del generale Ante Gotovina, presunto criminale di guerra e uccel di bosco da oltre due anni grazie alla protezione di una parte dei servizi segreti e della polizia inquinati; le relazioni molto tese con la Slovenia per i confini terrestre e marittimo; le questioni irrisolte nel processo di normalizzazione dei rapporti con la Bosnia-Erzegovina e la Serbia; gli screzi con l'Italia a causa dello sfruttamento delle acque adriatiche...

Fino a ieri si parlava dell'ingresso della Croazia nell'Unione Europea entro il 2007; oggi gli stessi giornali di Zagabria danno per improbabile l'associazione all'Europa prima del 2012!

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