SOCIETÀ

«Una scelta autoritaria, priva di indagini»

BARRUCCI TIZIANA,ROMA

«La decisione di scegliere Scanzano come sito da utilizzare per la messa in sicurezza dei rifiuti nucleari attraverso un decreto del governo è un atto autoritaristico ed estremamente centralista». L'ex ministro dell'Ambiente Edo Ronchi non ha alcun dubbio nel contestare la metodologia utilizzata per risolvere una questione così annosa.

In quali aspetti ritiene che la decisione sia carente?

E' difficile dire se quel sito sia idoneo oppure no perché non c'è stata alcuna trasparenza nella scelta. Innanzitutto è mancata una valutazione comparativa pubblica tra più siti, è mancato un dibattito con la società civile e con le amministrazioni locali, e soprattutto è mancata una valutazione dell'impatto ambientale. In sostanza, bisognava che la società proponente (la Sogin, ndr) facesse i suoi studi sui i criteri di scelta e sull'impatto ambientale del sito con un'inchiesta, presentando le alternative che ritenesse migliori o meno peggiori. Bisognava poi che quegli studi venissero, appunto, resi pubblici, che fossero depositati in un comune dando la possibilità a chiunque di guardarli e di controbbatterli. In un secondo momento la commissione nazionale per l'impatto ambientale, formata da 40 tecnici, avrebbe dovuto presentare la sua indagine. A quel punto la commissione avrebbe dato il suo parere al governo conle prescrizioni per la realizzazione, vale a dire standard su come trattare le storie, su come costruire il sito e via dicendo.

Ma questa procedura è stata annullata dalla straordinarietà della situazione, decisa per la possibilità di atti terroristici...

Esatto. In più il fatto che la decisione sia stata presa con decreto legge e non con con un atto del ministero dell'Ambiente - come sarebbe stato più logico - caratterizza tale scelta come decisione che non deve necessariamente rispettare gli standard di cui parliamo. Un decreto dopo sessanta giorni diventa legge e resta là.

Quali strumenti hanno i cittadini o le amministrazioni della Basilicata per appellarsi?

L'amministrazione può fare ricorso alla corte costituzionale perché secondo il capitolo 5 della costituzione le regioni hanno competenza primaria nella gestione dell'urbanistica. In merito al metodo straordinario applicato, cioè ad esempio alla mancanza della procedura di via, ci si può appellare alla corte di giustizia d'Europa.

Perché fino ad oggi nessuno ha mai preso una decisione definitiva su dove portare le scorie?

Proprio perché una scelta di questo tipo richiede il dibattito con la popolazione ed un passaggio molto difficile. Noi nel 2000 avevamo iniziato, ma poi io sono andato via e tutto si è bloccato.

Quali potrebbero essere i rischi se quel sito non fosse adatto?

La valutazione dell'impatto ambientale avrebbe dovuto ipotizzare gli impatti diretti, ipotizzare il massimo rischio vulcanico, la stabilità geologica, il rischio idrogeologico, la distanza dalle abitazioni, le vie di comunicazione da usare per il trasporto. Ma così, senza avere uno studio approfondito non si può fare congetture, sarebbero troppo vaghe.

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